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IL RITO regia di Ingmar Bergman

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wega     8 / 10  04/10/2007 09:59:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ne ho appena terminata la seconda visione di questo film.Con la prima ho sbagliato come al solito l'approccio,sbagliando,come credo facciano tante persone,ad aspettarsi un qualcosa di idealizzato.Questa seconda visione l'ho affrontata con più attenzione,ponderatezza e in una situazione di completo relax e assente di aspettative.E' un film non facile,anzi..credo molto molto complesso,dove la sceneggiatura è finemente articolata e abbondante di caratterizzazioni che ci dà l'assoluta idea della personalità di ognuno dei personaggi interpretati,come sempre bergman genialmente riesce a fare.Un processo di tipo privato in un'aula ufficio,dove gli interrogatori credo servano a svelarci o farci capire innanzitutto come già detto le complicate personalità degli attori,farci capire che cosa li tieni così uniti,uno indispensabile all'altro,
situazioni delle più tipiche,ipocrisia del rapporto,matrimoni stagni,chiusi sottochiave dalla noia,relazioni di interesse,ma situazioni anche di rassegnazione,magnanimità per alcuni,il desiderio di trasgressione per altri.ambiguità,il giudice stesso è il simbolo dell'ambiguità qui credo,la figura che dovrebbe "risolvere il caso",la figura pulita è invece qui rappresentata come l'ipocrisia della società che condanna gli artisti dei quali la loro arte spesso è fine ad un uso provocatorio,un'ipocrisia che gli farà compiere un'atto di sottomissione fisica,quello stupro,e alla fine fine la società sarà sconfitta,il giudice morirà durante la messa in atto teatrale del "RITO".