Ciumi 9 / 10 01/09/2009 20:02:46 » Rispondi Ritagli d’una apocalisse. Brandelli d’un diario che aggallano in un mare di disintegrazione. Schegge, frammenti, sedimenti di luce dal buio di covi post-nucleari.
Continua, in chiave di galleria fotografica, il discorso iniziato da “Hiroshima mon amour”. Come nel capolavoro di Resnais, alla sperimentazione stilistica, si unisce una riflessione angosciosa sull’attitudine autodistruttiva dell’uomo, e s’accosta, commentato da una voce fuoricampo, il grande tema proustiano della memoria, personale e collettiva. In un pianeta senza più futuro, diviene coercitivo guardare unicamente al passato.