kowalsky 8 / 10 24/07/2009 18:25:38 » Rispondi Graditissima sorpresa, sicuramente uno dei punti più alti della carriera di Avati. Tradisce anche stavolta un pò di manierismo, ma descrive un personaggio squisitamente "letterario", quasi Goethiano, e animato da un sentimento autentico e (oggigiorno forse) sconcertante. Il film tocca le corde giuste e il culmine sono proprio le lacrime, vere, di un'uomo innamorato. Marcorè assolutamente sorprendente e misurato nel calarsi in questo antieroe guastato dalla propria purezza nel cuore, e nondimeno eccellenti i comprimari illustri, su tutti un aristocratico e odiosamente cinico Giulio Bosetti. Epilogo Chapliniano (ehm Luci della città nientemeno) forse un pò troppo esibito, ma per una volta Avati controlla magnificamente se stesso e l'autenticità dei personaggi