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DRAGON QUEST: YOUR STORY regia di Takashi Yamazaki, Ryuichi Yagi, Makoto Hanafusa

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Testu     7 / 10  21/04/2020 14:48:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piaciuto, ma con riserve, diciamo che capisco e condivido un po' la delusione che ha generato.

Pur tenendo a mente le origini, lo stile dei personaggi è più definito dei modelli di Toriyama, scelta che, considerando il passaggio al 3D, ritengo assolutamente positiva. Bianca in particolare, mostra meglio la sua giovane età e, seppur un pochino più 'ruspante', ne è uscita fuori particolarmente carina. In generale ci troviamo di fronte ad un lavoro assolutamente dignitoso, specie considerando i livelli molto altalenanti nella trasposizioni in grafica computerizzata del Sol Levante. Forse qualche perplessità me l'ha data la resa di alcuni mostri, ma ci si può sorvolare.

La storia riprende a grandi linee quella del gioco per SNES, apportando però delle evidenti modifiche e velocizzazioni, in gran parte accettabili per limiti di tempo della pellicola. Questione a sé la fa l'eterno dilemma su chi scegliere come promessa sposa. E' vero che una di loro è tradizionalmente la più quotata, più che altro per il suo banalissimo legame col protagonista, ma è anche vero che vi è sempre stato un'accesa diatriba tra i fan in merito a chi fosse la migliore. Oltre a questo, la scelta, all'atto pratico non aveva vantaggi particolari e le due spasimanti erano diventate addirittura 3 nel rifacimento di Arte Piazza per Nintendo Ds. Non mi sento però di fargliene una colpa, il mezzuccio usato è furbo, parzialmente imprevisto, ed essendo un elemento non finale ma di metà avventura, nemmeno rimandabile.

Il problema grosso arriva invece nella parte finale che, senza anticiparvi troppo, nonostante qualche indizio sibillino riconducibile in modo innocuo alle origini del videogioco, improvvisamente ci butta nel cestino quanto visto finora, il tutto per fare un'ovvia pubblicità alla saga Square Enix, travestendola malamente da emozione nostalgica. Questo interrompe completamente l'immersione e rovina quanto succede dopo e a poco valgono le riflessioni romantiche di Luca, ovvero il nostro protagonista.

Sinceramente, se avessero continuato sulla sceneggiatura classica, sfruttando quei minuti di sbandamento per migliorare il passaggio di alcune parti centrali, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo (mutato) di Alus, sarebbe stato solo meglio per il film. Detto questo, la visione è stata piacevole, e ho molto gradito il linguaggio corporale di Luca, molto spesso goffo, timido e giocoso nell'andatura. Tutti bene o male sono ritratti come poco epici e rassicuranti, se non in caso estremo, e penso si addica molto al prodotto di riferimento.