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BLACKOUT regia di Abel Ferrara

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kafka62     5½ / 10  09/05/2018 13:48:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo sdoppiamento è la vera costante, tematica e stilistica, di "Blackout": sdoppiamento visivo (le ossessive sovrapposizioni di immagini), sdoppiamento tra pellicola e video (la handycam tenuta continuamente in mano da Hopper), sdoppiamento tra realtà e finzione (quando Matty sta recitando, magari inconsapevolmente?), sdoppiamento tra realtà e apparenza (cosa è veramente accaduto nel passato del protagonista?), sdoppiamento dei personaggi femminili (Annie 2 che diventa, con una semplice parrucca, Annie 1). Tutto questo fa di "Blackout" un film estremamente complesso e ambiguo, ma alla lunga, con tutti questi godardismi, anche un po' indisponente. Il fatto è che il film ruota troppo intorno all'individualissimo inferno esistenziale di Matty, squilibrando la storia con un eccesso di soggettivismo paranoico e sacrificando quel pathos morale, assai più umano che intellettuale, che aveva fatto de "Il cattivo tenente" e di "Fratelli" due perfette parabole di redenzione e di sconfitta. "Blackout" è qui invece tutto dalla parte di "Occhi di serpente", ma dubito fortemente che gli intellettualismi, i cerebralismi ermetici e i film nei film possano un giorno essere ricordati tra le cose migliori di Ferrara.