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MADADAYO - IL COMPLEANNO regia di Akira Kurosawa

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Crimson     6 / 10  17/03/2006 22:07:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Girato a 83 anni (!), particolare curioso e non indifferente in base al quale l'Imperatore merita un elogio. Ma onestamente il suo ultimo film (il trentesimo), col quale si congeda in modo definitivo a 50 anni dal suo esordio, non è un granchè.
Personalmente lo distacco dal resto della filmografia, unitamente ai due film che lo precedono.
Se "Sogni" infatti era un film sperimantale e del tutto particolare, "Madadayo" ha in comune con "Rapsodia d'agosto" una regia lineare e disimpegnata, una recitazione sufficiente ma soprattutto una sceneggiatura ridotta all'osso. Il film si basa esclusivamente sul valore profondo dei pensieri e delle parole del vecchio insegnante protagonista. Un intimismo che era presente anche nel film precedente (mediante la figura della vecchia), ma che non funziona più di tanto. Oltretutto stavolta mancano delle scene potenti, di grande impatto sia visivo che emozionale (come proprio in "Rapsodia d'agosto"), fatta eccezione per l'ultima sequenza che francamente è meravigliosa.
Il film del resto sembra avere proprio le caratteristiche di un testamento autobiografico del regista: infatti lo possiamo identificare con il ruolo del vecchio maestro, che nonostante l'età sprigiona una vitalità e un attaccamento alla vita eccezionali (e ammirevoli), e che riesce a trasmettere ai suoi ex allievi.
Per ben 17 anni all'invito ironico dei suoi "discepoli" ossequiosi "maadha-kai?" ("sei pronto - a morire?") risponde col sorriso sulle labbra "Madadayo!" ("non ancora!"). Cosciente di aver operato sempre per il bene e nel rispetto degli altri, di essere amato e venerato, di aver lasciato un segno e aver dato un senso alla propria vita, il vecchio non ha che da accomiatarsi che in modo sereno.
Il film è allungato da una scena legata allo smarrimento del gatto del maestro, al quale era legatissimo. Un episodio inserito sicuramente per scavare ulteriormente nella sensibilità del maestro e nella spontanea e massiccia solidarietà di coloro che lo conoscono, ma è troppo prolissa!
non male invece le due scene di festeggiamento. Molto folkloristiche e per questo interessanti.

In definitiva, questo è un film davvero molto disimpegnato e sobrio, che trasmette un bel messaggio di grande, consueta umanità. Tuttavia ci sono parti abbastanza noiose, e non si può dire che entusiasmi nel complesso. I film del regista da vedere prioritariamente sono altri (dal '48 al 1985); questo và visto nella sua natura di ultimo film senza pretese dopo una carriera strepitosa.