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ANATOMIA DI UN RAPIMENTO regia di Akira Kurosawa

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elio91     7½ / 10  30/05/2011 19:34:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancora una volta l'impianto classico da noir diventa pretesto per parlare della società giapponese,dell'alto e del basso. Per quanto effettivamente troppo lento e ripetitivo nella parte centrale risulta ancora una volta una pellicola riuscita del maestro giapponese capace di raccontare una storia in maniera intrigante servendosi di una regia all'americana che però mette in primo piano sempre l'uomo.
Così se nella prima parte risalta la figura di Gendo e la sua decisione fondamentale,combattutto tra il fallimento come uomo d'affari e quello di una scelta morale,dopo la ricerca del "cattivo" di turno i riflettori si spostano sui bassifondi e proprio sul personaggio del rapitore; qui Kurosawa tocca momenti di incredibile espressività visiva riuscendo a mostrare un lato squallido e distruttivo della sua società e riuscendo anche,incredibilmente,a non condannare del tutto il rapitore ma a rapportarlo allo stesso Gendo in un grandioso finale tra l'uomo che si è rovinato facendo la scelta giusta e quello che invece si è condannato con quella sbagliata.
è una questione di scelte,sembra suggerire Kurosawa. E ancora una volta colpisce nel segno la sua bravura nel non ricercare il cosiddetto film facile e diretto perché l'obiettivo del cineasta arriva sempre dopo a colpirti e a farti riflettere.
Perfetta anche la strutturazione stessa del film,diviso in tre parti ben delineate tra loro: la prima tratta del rapimento ed è ambientato totalmente all'interno di casa Gendo in un'atmosfera opprimente e soffocante,la seconda si dilunga troppo come un poliziesco americano tra le strade giapponesi alla ricerca del criminale e infine la terza e ultima parte,la più riuscita,nei quartieri squallidi della città dove seguiamo passo passo gli spostamenti del rapitore.

Dello stesso genere di Kurosawa leggermente superiore I Cattivi dormono in pace,più cinico e con scene ancora più suggestive.