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I BASSIFONDI regia di Akira Kurosawa

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Tumassa84     9 / 10  04/12/2010 04:09:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo non conosco la pièce teatrale (sono molto ignorante in materia), ma credo che non sia necessario per apprezzare e capire il film, che si rivolgeva al pubblico giapponese degli anni '50. Sapere comunque che il soggetto originale deriva dal teatro, rende più suggestive la staticità dell'azione e l'entrata e uscita di scena dai tempi, appunto, molto teatrali.

I bassifondi è ambientato interamente in una casa che funge da sistemazione a un gruppo di disperati e reietti della società. La fatiscenza della scenografia rispecchia la decadenza spirituale dei personaggi, uomini e donne dediti unicamente all'alcol che hanno perso ogni speranza, incapaci ormai di provare sentimenti (le sofferenze della moribonda lasciano tutti indifferenti, compreso il marito). Tuttavia, il ritratto di questi personaggi è maledettamente realistico e umano, al punto che lo spettatore non può fare a meno di identificarsi con essi nonostante la loro meschinità. L'avvenimento cruciale del film è l'arrivo di un vecchio, che decide di fermarsi un po' con loro. Egli appare come un agente esterno, giunto per cercare di migliorare un po' la situazione dei vari personaggi e di alleviare le loro sofferenze: per esempio, sarà l'unico ad avere parole dolci con la moribonda e a prestarle attenzione, dà all'alcolista la speranza di poter guarire, evita al ladro di uccidere il padrone di casa e di rovinarsi così la vita. Il fatto che il vecchio sia una figura particolare e unica viene ripreso dalla scelta dei costumi, in quanto egli è l'unico ad indossare un vestito bianco, mentre gli altri abitanti della casa hanno tutti vestiti scuri.

A conti fatti, però, il prodigarsi del vecchio serve a ben poco. Infatti, l'alcolista continuerà a rimanere sempre tale e non si staccherà mai dalla bottiglia. E ciò che è più grave, alla fine il ladro uccide il padrone di casa durante una lite, avvenimento che determina il definitivo fallimento della sua missione. A lui, quindi, non rimane che togliersi la vita, e la tragica notizia irromperà nella casa proprio nel momento in cui nella casa aveva preso vita una danza spontanea e liberatoria. Significative sono le ultime parole : "Stupido vecchio, ci hai rovinato la nostra danza". Quindi il vecchio non solo ha fallito nella sua missione consolatoria, ma ha addirittura rovinato uno dei pochi momenti di gioia dei personaggi, il che dà alla pellicola una connotazione fortemente pessimista e disillusa.

Come commento finale, direi che questo film di Kurosawa è pienamente riuscito: i personaggi sono molto credibili, grazie anche alla grande prova recitativa di tutti gli attori nessuno escluso, e sono più che mai vivi e umani. L'abbondanza di riprese lunghe a discapito dell'artificio del montaggio aumenta il realismo della pellicola, e anche il linguaggio molto schietto e diretto contribuisce in questo senso. Un film che probabilmente sarà costato poco, ma che vale molto.