Interessante questo horror che verte molto sullo psicodramma a sfondo religioso, una lenta discesa nella psiche della protagonista e nella sua ossessione verso l'entità divina che la porterà alla totale disperazione e poi autodistruzione, ma anche al voler a tutti i costi reprimere i così detti peccati delle persone a lei vicine.
Al film piace giocare molto col contrasto tra i due personaggi principali. la protagonista col suo essere diligente e rigida nei confronti della religione e la paziente che assiste, Amanda, una ballerina malata terminale a cui resta poco da vivere. E qui il contrasto emerge proprio dalla voglia di Amanda di godersi gli ultimi mesi della sua vita con piaceri prettamente terreni, noncurante della religione e di trovare un vero senso alla sua vita, e di conseguenza alla sua morte. Atteggiamento che non piacerà a Maud e che cercherà di ostacolarla, anche se dal suo punto di vista è un tentativo di salvare la sua anima.
Nel suo intercedere lento il film scende nei meandri della mente della protagonista, nonostante non tutti gli eventi, o traumi, vengano rivelati è forte la condizione di sottomissione trasmessa. Lo fa con una fotografia di stampo classico, satura e contrastata, elegante e lisergica in alcuni punti.
In alcuni aspetti mi ha ricordato alcune opere di Dreyer, soprattutto nelle domande che pone nel rapporto tra divino e mondo terreno, l'ultima parte regala anche una discreta dose di horror che riesce a rimanere minimale e propedeutico alla tematica.