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LA REGOLA DEL GIOCO regia di Jean Renoir

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  19/07/2008 20:29:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una commedia nera o un dramma leggero? Da qualsiasi prospettiva lo si veda, "La regle du Jeu" è indiscutibilmente un'opera eccelsa nonchè una pietra miliare della cinematografia, sia sotto il profilo sostanziale che sotto quello formale.
L'intreccio è congegnato a regola d'arte: ispirandosi alle "Nozze di ****ro di Mozart" (e la scena nella serra è una chiara citazione della celeberrima opera lirica), Renoir, alla maniera di un'abilissimo orchestratore, segue e dirige una serie intricata di relazioni umane dominate dalla volubilità dei sentimenti e, su tutto, dall’agire del Caso che –ahimè- si rivela essere sempre beffardo. Sia nell’alta borghesia che nella servitù, il rapporto uomo-donna è visto e rappresentato come una sorta di inseguimento senza requie (al quale allude tutta la bellissima sequenza della caccia) contrassegnato da un rocambolesco susseguirsi di sorprese, che lasciano lo spettatore letteralmente a bocca aperta. La caducità e la futilità delle relazioni amorose tratteggiate mirabilmente da Renoir, e che segnano trasversalmente sia i ceti abbienti che quelli più bassi, diventano lo specchio di un’intera società che, uscita dalla Grande guerra, si apprestava a cuor leggero ad intraprendere uno dei più disastrosi conflitti dell’umanità. La "La regle du Jeu" rappresenta, pertanto, la crisi di tutta un’epoca (e qui sta il suo essere fortemente attuale), in cui l’etica ha lasciato il posto alle frivolezze, a ipocrisie e a “regole” vacue e artificiose in cui il vantaggio personale va a nocumento dei sentimenti sinceri venendo prima di essi. La mondanità, con le sue convenzioni sciocche e senza senso, costituisce una sorta di ribaltamento dei valori, in forza del quale l’amore vero deve soccombere ai dettami della borghesia che, nella sequenza della messa in scena teatrale (straordinario ed eloquente momento di cinema), si autocelebra presentandosi come parodia di se stessa. Siamo agli albori della seconda Guerra mondiale, e Renoir “fotografa” quel momento storico, mettendo in luce le aberrazioni di un società che si avviava all’ “autoannientamento”.
Impeccabile la regia che, attraverso mirati e precisi movimenti di macchina e inquadrature, accompagna meravigliosamente il turbinio delle vicende che legano, secondo un complesso gioco di relazioni, i vari personaggi.