Meh, dicono sia uno dei migliori di Pieraccioni, insomma, non ci ho trovato nulla di speciale, anzi, anzi, rispetto ad altre sue pellicole ho trovato una componente drammatica melensa e retorica che mi ha infastidito non poco, questo successone al botteghino in realtà è un film abbastanza mediocre, scritto malino, recitato anche peggio, tra la solita storia d’amore banalotta di lui col cuore spezzato che incontra lei in quel luogo per scambisti, e se ne innamora - tra l’altro con bel sottofondo di biasimo al locale per scambisti perché per incassare in italia devi accontentare il popolino conservatore - tra un equivoco e l’altro e i soliti alti e bassi banali. Ma non è neanche quello il problema, sono i personaggi secondari che in questo film risultano estremamente irritanti, sarà che io non tollero Panariello ma qui ogni scena in cui c’è lui è agghiacciante, tra i momenti in lavanderia in cui fanno continuamente cortile, simpatici come un alveare nelle mutande ai momenti pessimi della gara di nuoto con tutta quella scenetta patetica della medaglia e via dicendo, orribile. Poi ci si mette pure Ceccherini col suo personaggio strambo che anche per lui che ogni tanto qualcosa di decente l’ha tirata fuori, qui è insostenibile, con quell’incontro con la ragazzina in cui si finge l’amico di suo padre e diventa di una melensità imbarazzante.
Si salva davvero poca roba, Papaleo di solito è uno dei personaggi migliori nei film di Pieraccioni, qui viene impiegato pochissimo, le cose che possono far sorridere sono: qualche scenetta con protagonista Guccini, nel ruolo del preside che ce l’ha a morte col protagonista - ti capisco guarda, ti capisco - e la prima scena in cui Gilberto conosce Margherita e sono in macchina e il rider accanto a loro sente sempre solo la fine del discorso, anche se vabbè è sempre una comicità becera e basata sul sesso e le parolacce, ma insomma più o meno mi ha fatto ridere.