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A HISTORY OF VIOLENCE regia di David Cronenberg

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elio91     8 / 10  17/03/2012 16:24:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Semplice sin dal titolo, esplicativo che più non si può: una storia di violenza.
Cronenberg però non è cambiato, il suo cinema sui cambiamenti nemmeno: certo, si lascia alle spalle l'horror con cui avevamo imparato a conoscerlo, ma mai l'orrore. è sempre lui, sono sempre le sue storie che però entrano nella vita di tutti i giorni, quella degli uomini "normali".

La trama è quindi stringata,i personaggi caratterizzati in modo essenziale cosi come la storia del protagonista e i suoi trascorsi che lentamente veniamo a scoprire. Sta tutta qui la bellezza di quest'opera, ovvero nell'essere cosi dannatamente asciutta da colpire sempre e comunque.
Grazie alle sue doti innate, Cronenberg confeziona un prodotto da molti erroneamente considerato "commerciale" quando di mainstream proprio non ha nulla, neanche Viggo Mortensen che riesce a scrollarsi di dosso Aragorn con un interpretazione misurata, pacata e sottilmente furiosa.

Di scene di violenza al cinema ne abbiamo viste a iosa, credo, alcune più esagerate di quelle contenute in "A History of Violence"; nonostante ciò il regista riesce a renderle non solo mai gratuite ma essenziali allo svolgimento e comprensione del film, ma anche disturbanti come raramente se ne vedono. Indugia sui dettagli, sulle facce, sulle reazioni e le conseguenze della violenza, sul sangue schizzato, i volti devastati, le (re)azioni animali, gli spazi stretti in cui lottano uomini che di lì a poco decideranno la loro sorte in una gara dove sopravvive solo il più forte.
Smaschera la vita passata del capofamiglia di un nucleo familiare della tranquillissima middleclass americana, insinua sospetti, poi li fa ricongiungere nel finale (dico, in tutti i sensi; e con entrambe le famiglie...).
Da ricordare anche il personaggio di Harris, dura poco ma diventa indimenticabile la sua maschera distorta e le sue molestie.

Da segnalare ovviamente sono le scene di violenza e quelle di sesso, unite da un filo conduttore animalesco di certo non nuovo per Cronenberg. Che si rinnova ma resta sempre lo stesso: un Autore con la A maiuscola. Disturbante, sempre e comunque. Dovremmo solo ringraziarlo per questo.