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A HISTORY OF VIOLENCE regia di David Cronenberg

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Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  26/12/2007 10:10:43 » Rispondi
Mi ha colpito da subito la dicotomìa nelle prime parti della storia tra chi, la violenza la esercita nel modo più primitivo ed animale assoluto, dove "vince" il maschio dominante, e chi la cerca di mediare con razionalità, che alla fine è il vero "vincitore" in quanto portatore a casa del risultato. Ho sentito subito mia questa scena perchè mi è sembrato di rivivere pari pari una discussione che ho avuto in passato. In effetti tutto il film si sviluppa in dualità dell'essere umano, in contraddizioni, dove c'è un padre che sgrida il figlio puntualizzando che in quella famiglia non si risolvono i problemi con le mani ma lo fa mollando un ceffone, una moglie che vorrebbe denunciare il proprio marito, una volta scoperta quella che è forse la sua vera identità, ma che infine si schiera dalla sua parte, anche con lo sceriffo, per poi finire in quella splendida scena di sesso, dove dopo un iniziale respingimento c'è invece un'accoglimento, fisico e mentale, della stessa intensità cinematografica per noi spettatori di altri film del passato, come in Rashomon ad esempio per citare forse quello più efficacie di regia. Dualità anche per il figlio, appunto che poi invece si lasciò andare nel suo istinto animale, forse per imitare il padre, che aveva precedentemente manifestato la propria violenza come autodifesa, forse perchè anche lui alla fine è un'animale primitivo, o forse semplicemente per fare una certa figura con quella che dovrebbe essere la propria ragazza, rendendo tutto ciò molto realistico e probabile.
Questo mi ha colpito del film, anche se la storia non è certamente una novità, è tutto certamente visto e rivisto, il tema è tratttato con assoluta genuinità e realismo, mai retorica, il sangue è funzionale al film e mai eccessivo, e il punto di forza di "A history of violence" è la tensione che riesce a trasmettere, grazie senz'altro alle buonissime prove degli attori, il montaggio, perfettamente eseguito incalzato dalla colonna sonora, appunto i virtuosi cambiamenti di espressione per i primi piani del protagonista, e non meno coaudiuvante è stato l'uso di un leggero grandangolare per tutta la durata della pellicola. In definitiva questo filmha il merito di raccontare una storia convenzionale per i giorni nostri, in un modo fresco e diverso.
Da citare il lunghissimo piano sequenza iniziale ed infine, anche come ordine di importanza, la strepitosa presa di coscie della "chearleeder" che porta ad un sensualissimo sessantanove, di una grandiosa scena intima.