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GIOVINEZZA, GIOVINEZZA regia di Franco Rossi

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adrmb     7½ / 10  15/01/2022 01:32:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Franco Rossi è principalmente conosciuto per il suo sceneggiato dell'Odissea, ma questo misconosciuto gioiello del 1969 forse è di caratura ancora più elevata.

Vengono raccontati gli anni della giovinezza di tre amici d'infanzia nel ventennio fascista: come logico le loro vicende personali, professionali e sentimentali s'intrecciano con gli eventi della storia italiana e, naturalmente, mondiale.

Rossi adotta un tocco delicatissimo per raccontare questa vicenda che nelle prime battute mantiene un tono quasi "leggiadro" nel descrivere allo spettatore questa forte amicizia tra i tre protagonisti. Coinvolgimento ed empatia sono quindi da subito immediati e fortunatamente riescono a permanere per tutta la durata della pellicola.
Il regista poi si dimostra molto bravo nel gestirne i toni: come detto l'inizio è sicuramente più leggero, quasi sbarazzino pur nella sua profondità e solo in un secondo momento iniziano ad incasellarsi, uno dopo l'altro, gli eventi drammatici. Ecco, Rossi è bravo nel far sì che questa transizione avvenga spontaneamente senza cambi improvvisi di toni. Il film finisce quindi per funzionare su due livelli: come racconto di formazione a tinte drammatiche dei tre personaggi (anche se più specificatamente interesserà solo uno) e l'ottima ricostruzione storica, in grado di restituire facilmente tutto il marciume del regime fascista.

Naturalmente un film del genere non potrebbe funzionare senza la presenza di personaggi degnamente tratteggiati, e questa cosa fortunatamente accade: tutti e tre i protagonisti godono di un adeguato screen-time che permette allo spettatore di farsi un'idea della loro caratterizzazione decisamente a tuttotondo. Nonostante, con il passare dei minuti sia praticamente il solo Giulio a diventare l'incontestato protagonista. Ed è proprio con lui che Rossi costruisce un percorso di emancipazione dal fascismo lungo, difficile e sofferto, dovuto al fatto che Giulio sceglie la via dell'integrazione venendo a contatto con tutte le contraddizioni presenti al suo interno, forse in realtà mai liberandosene completamente. In questo senso è molto riuscito il confronto con l'amico Giordano, dalle idee più chiare e destinato a un percorso più lineare di rivalsa fin dall'inizio, più sofferto forse, ma anche più liberatorio.
Meno invischiata negli affari politici è Mariuccia che finisce relegata al ruolo di narratrice della storia; per merito suo alla storia viene impresso un tono più romantico ma inevitabilmente fatalista.

Riuscito anche l'andamento ondivago del montaggio che non predilige una narrazione chiara e lineare; al contrario sfrutta numerose ellissi temporali saltando eventi importanti della vita dei protagonisti rievocati solo attraverso le parole. Scelta condivisibile o meno ma incredibilmente efficace nel trasmettere l'idea dello scorrimento del tempo.