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I RACCONTI DELLA LUNA PALLIDA D'AGOSTO regia di Kenji Mizoguchi

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     9 / 10  10/01/2013 02:06:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente uno dei lavori più belli ed importanti del cinema nipponico classico.
Un potente dramma di sapore epico e spirituale, rielaborato da Mizoguchi sulla base delle Ugetsu Monogatari di Akinari (fine del '700). Il demone della terribile Guerra Civile che sconvolse il Giappone nell'epoca feudale (dopo la caduta di Nobunaga e la scalata al potere di Toyotomi Hideyoshi) fa il paio con i fantasmi personali dei due protagonisti, dimentichi dell'importanza degli affetti e votati alla continua ricerca del successo, della gloria e del danaro.
Influenzata dalle ghost stories della tradizione letteraria cinese, particolarmente toccante è la vicenda del vasaio Genjuro, abbagliato dalla prospettiva degli affari e di una vita nobile ed agiata: un viaggio di perdizione e di purificazione, che si configura come un'Odissea moderna in chiave orientale.
Lo sguardo di Mizoguchi è critico nei confronti della venalità e dell' imprudenza degli uomini così come si dimostra celebrativo nei riguardi della donna come moglie e madre, la cui forza, valore morale e dignità non crollano neppure nel degrado della prostituzione - un tema caro a Mizoguchi, già affrontato nel precedente "Vita di O'Haru" e soprattutto in "Donne della notte" del '48 - seppure esse non riescano ad impedirle di diventare vittima della Storia, martire delle guerre e dell'odio.
Meravigliosi i piani sequenza, la gestione degli spazi filmici e soprattutto la fotografia nelle scene in notturna.
Intriso di poesia e lirismo, "I racconti della luna pallida d'agosto" è e resterà una delle opere immortali della Settima Arte.