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RICHARD JEWELL regia di Clint Eastwood

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Mauro@Lanari     5½ / 10  20/01/2020 02:52:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima di considerare gl'eroi di Eastwood dei personaggi kafkiani, bisognerebbe dimostrare di saper distinguere Max Brod dall'amico. E quest'ultimo non ha mai scritto d'una persecuzione da parte di poteri terreni (governativi, mediatici, politici, istituzionali), quanto da parte d'un Potere metafisicamente oscuro. Un argomento che non sembra rientrare fra gl'interessi di Clint, crepuscolare, autunnale, decrepit'o meno, e che però, a furia di volar basso, paga il floppone al botteghino.

Mauro Lanari
john doe83  20/01/2020 14:19:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fai tanti giri di parole solo per dire sciocchezze a cui credi solo te.
Mauro@Lanari  20/01/2020 16:07:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Otiimista.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  21/01/2020 00:55:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah ho capito fai parte della commissione degli Oscar che scelgono i film solo per interessi personali e morali voglio proprio vedere se Mendes è meglio
Mauro@Lanari  21/01/2020 06:41:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) Meglio prevenire che curare: http://www.bestmovie.it/gallery/ma-quale-capolavoro-ecco-i-10-film-piu-sopravvalutati-del-decennio/
2) Sempre pensato che gl'Oscar sian'una marchetta autocelebrativa in cui l'industria hollywoodiana premia per ragioni completament'estranee alla qualità artistica (quanti e quali esempi servono per accorgersene?)
3) Il "1917" di Mèrdes ancora non l'ho visto, ma conoscendo l'autore ha il mio pieno disprezzo anticipato. Prontissimo a ricredermi
4) L'ultima fatica d'Avati è retroguardia espressionistica, altro che "gotico padano": grandangoli che manco in "Touch of Evil", ralenti, zoomate anni '70, fotografia seppiata o così desaturata che tanto valeva girare in b/n. Preferisco gl'originali di cent'anni fa (Wiene, Murnau, Lang, Pabst, ecc.). Recitazione pessima fatt'eccezione per i soliti. Script colabrodo che poteva restare nelle pagine stampate per Guanda. Sottotesti risibili. Il passato ch'avanza, però è più ggiovane di Clint di ben 8 anni
marcogiannelli  24/01/2020 14:46:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comunque 1917 è un gran film. E leggere che l'autore del voto che lo si disprezza a prescindere senza nemmeno averlo visto è un pò triste. A volte si riduce il cinema e "questo contro quello"
Si può amare tanta roba fortunatamente.
Mauro@Lanari  24/01/2020 18:48:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Prontissimo a ricredermi": infatti.
"Comunque 1917 è un gran film": finora sei l'unico del sito (e non solo) ad averlo votato sopra la media della sua mediocritas.
marcogiannelli  24/01/2020 21:49:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Boh, la critica mondiale è più o meno sulla mia valutazione. Quindi il fatto che sul sito nessuno sia per ora d'accordo con me non mi tange sinceramente.
Il che non vuol dire che se non ti piace sei un idiota. Fino a quando si discute su opinioni diverse ci sta, il confronto lo apprezzo.
Sei un idiota se lo giudichi a prescindere.
Mauro@Lanari  25/01/2020 03:24:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) Se uno conosce la filmografia d'un regista e non ne apprezza/condivide né l'estetica né la poetica, in realtà il giudizio è a posteriori e divent'a priori per inferenz'ampliativa, cioè per estrapolazione & aspettative corroborate (a es. vedi 3° punto).
2) Non esiste una "critica mondiale": è più corretto distinguere una critica statunitense e una critica europea. E già tra i professional reviewers d'oltreoceano qualche voce fuori dal coro euforico ne ha infranto l'unanimità allineandosi all'obiezioni del nostro Vecchio Continente. Mendes sceglie di presentare un'esperienza immersiva quanto quella d'un videogame: quando funziona l'emozione è garantita, quando non funziona sembra di stare davanti a una console. Il film mette troppo alla prova la sospensione dell'incredulità del pubblico e fallisce più d'una volta.
3) "1917" ha altre pecche necessarie per risultare piacione agl'occhi dell'Academy: l'happy ending è di fatto falso e ingannevole, si propone com'il ripristino della quiete dopo la tempesta, della pace in mezzo a un intervallo di belligeranza. Invece è vero il contrario: quel che viene ripristinato è lo stesso equilibrio precario destinato a infrangersi come già nell'incipit. Lo afferma espressamente il colonnello Mackenzie interpretato da Cumberbatch: l'attacco è solo rinviato, magari all'alba della settimana successiva. Perciò è la pace a disvelarsi un'oasi temporanea e provvisoria in un perenne stato di guerra. Qui Mendes utilizza il trucco che in psicologia cognitiva si chiama "effetto primacy-recency" (ti puoi documentare googlando). Ma questa è una delle caratteristiche tipiche del regista britannico, ossia onnipresenti nel suo cinema. Dunque non si smentisce.
4) Ho precisato che personalmente ho gradito il c.d. 2° atto, allorché il protagonista, dopo essere rimasto solo, si convince d'aver perso la corsa contr'il tempo e comincia a gironzolare senza più scopo o mèta: ottima immagine emblematica dei nostri temp'intrisi di desolazione, disperazione, rassegnazione. Finalmente Mendes si stacca dal war/survival movie e raggiunge la vetta più elevata dell'art'esistenzialist(ic)a. D'altro canto a questo punto evoca un numero persino eccessivo d'illustri antecedenti, che ho provato a citare e in cui affoga la sua pretesa d'originalità.
Mauro@Lanari  12/02/2020 10:08:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"voglio proprio vedere se Mendes è meglio": appen'un po', ma non ci voleva granché.