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M. BUTTERFLY regia di David Cronenberg

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atticus     9½ / 10  07/10/2011 23:04:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una delle vette più alte nel cinema di Cronenberg e momento di passaggio verso le grandi opere della maturità artistica.
"M. Butterfly", oltre ad essere uno dei melodrammi più struggenti e straordinari della storia, rappresenta anche la metamorfosi più estrema nella filmografia del regista: "Ho amato un illusione. Sono un uomo che ha amato una donna creata da un uomo" dice Gallimard alla 'sua' Liling Song, ammettendo un'idealizzazione amorosa fondata sulla sua iniziale misoginia occidentale e costretta a scontrarsi con la fugacità del reale e con l'inganno della finzione.
Impossibile non essere travolti da una sceneggiatura tanto meravigliosa, da una ricostruzione scenica tanto raffinata e dall'eccezionale prova dei due protagonisti (Irons e Lone da applausi, impressionanti, sensazionali). Il finale è tra le cose emotivamente più forti che io abbia mai vissuto, splendidamente straziante, Puccini ne sarebbe fiero.
Generalmente snobbato (secondo me per via di un colpo di scena tanto atteso quanto ininfluente rispetto alla grandezza psicologica di tutto il resto), merita in realtà un posto d'onore nella cinematografia del regista e degli anni '90.
jack_torrence  09/10/2011 11:13:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Giuseppe credo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda nell'apprezzamento di Cronenberg!
In particolare ho trovato davvero molto notevole l'ultima frase del tuo commento! ;)
atticus  09/10/2011 13:03:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ne sono felice, Cronenberg mi ha sempre affascinato molto, come Lynch, anche se in maniera differente (la verità è che il più delle volte non capisco cosa voglia dire...)
Lo penso davvero che questo film abbia pagato il prezzo di un colpo di scena (che è poi sbagliato definire così quella 'svolta'...) molto rischioso, credo che i più l'abbiano trovato assurdo. Per me non è questa la cosa importante e immagino che anche Cronenberg non ci tenesse molto, la straordinarietà di "M. Butterfly" sta in tutto quel groviglio psico-illusorio, in quell'amore folle e straziante.
Non so se hai già visto "La moglie del soldato" di Jordan... nel dubbio non ti rivelo nulla però in quel caso la narrazione prende strade diverse arrivando comunque ad un risultato eccellente. ;)
jack_torrence  10/10/2011 10:25:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I due David sono accostati anche da me, per quanto in verità abbiano poco in comune. Lynch ha una spiritualità che Cronenberg non manifesta, è più magmatico e onirico. Cronenberg è cerebrale e razionale. Anche se a volte è complesso - e questo fa sì che non sia facile decifrarlo - una volta che uno possiede alcune chiavi di lettura (vedendo e rivedendo e leggendo sui suoi film) comincia ad accorgersi che i suoi film sono decifrabili in termini quasi totalemente razionali... E' un processo non semplice comunque: io ho ancora difficoltà nonostante abbia visto almeno 2 volte quasi tutti i suoi film...!

"La moglie del soldato" l'ho visto e mi piacque; sai che ne parla Cronenberg in un'intervista che c'è negli extra del dvd di "M Butterlfy"? Dice che sono usciti lo stesso anno insieme anche a "Addio mia concubina" e questo ha contribuito secondo lui all'insuccesso del film, insieme al nome del noto J. Lone sulle locandine, che ha fatto in modo che il pubblico lo riconoscesse subito sapendo che era un uomo.
Io ho difficoltà a pensare al film immaginando che uno spettatore non sappia che sia un uomo: l'ho sempre saputo da prima di vedere il film, che per me è bello proprio perché uno lo sa (e quindi segue con molto più distacco critico la passione del protagonista, senza venire poi "tradito" nelle aspettative dal colpo di scena come tu dici giustamente...)
atticus  10/10/2011 11:38:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cronenberg è sì complesso ma alla fine, con sforzo e passione, riesco quasi sempre a capirlo (il quasi è riferito a "Il pasto nudo", ma è un discorso che andrebbe allargato a Burroughs...), restandone conquistato. Lynch mi ipnotizza ma difficilmente riesce a comunicarmi i suoi messaggi, speso l'ho trovato provocatorio e inerte (su tutti "Cuore selvaggio") ed altre di profondità sconfinata ("Elephant man" e "Una storia vera" mettono i brividi). Mi ci ridedicherò a breve, non voglio essere sconfitto tanto facilmente.

Su "M. Butterfly" è esattamente quello che penso anche io, Cronenberg non punta a quella svolta, diversamente a Jordan in quello diventa il momento 'clou'. "Addio mia concubina" non l'ho mai visto, magari lo recupero, a quanto pare dovrebbe essere su tematiche simili.