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M. BUTTERFLY regia di David Cronenberg

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andreacinico     8 / 10  26/11/2009 17:36:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pellicola leggermente anomala per Cronenberg che per l’occasione tralascia le mutazioni della carne, appena accennate in una mini-sequenza, per dedicarsi agli stravolgimenti dei sentimenti e al dolore che essi apportano, pur mantenendo le atmosfere stranianti e le musiche in linea col suo tipico stile. Questa volta il cambiamento del corpo avviene a livello di identità cioè il protagonista si crea una “maschera” teatrale mutando nella donna amata e desiderata.
Opera che per evidenti ragioni tralascia la verosimiglianza (probabilmente anche per mantenere lo script della pièce teatrale da cui è tratto nella cui struttura viene quasi ribaltato il ruolo di Madama Butterfly di Giacomo Puccini – M. come Mister Butterfly?) per giungere alla sfera emotiva tramite immagini e situazioni “sospese” tra sogno (incubo?) e realtà. Il tutto rappresentato in maniera pacata e sottilmente allegorica; come se fosse la messa in scena della sublimazione, in senso psicologico, da una sfera sessuale, appena accennata, ad un amore idealizzato.

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Inoltre da questo lungometraggio traspare l’atteggiamento degli orientali nei confronti delle donne; in tal senso paradigmatica risulta la frase detta da Song (che vuole essere anche da traccia per gli sviluppi del film) in cui riferisce che, in Cina, le donne a teatro sono interpretate da uomini perché solo loro possono decidere come può muoversi una donna e quindi come si deve comportare, dando quasi l’idea che sia l’uomo a plasmare l’entità femminile. Similmente a ciò che succede nella pellicola: “Sono solo un uomo che amava una donna creata da un uomo” e di riflesso nel protagonista che si innamora di un essere che esiste solo nella sua mente.
Insomma un’opera intensa ed affascinante che sviscera bene i concetti di doppio ed ambiguità tanto cari all’autore.