andreacinico 8 / 10 26/11/2009 17:36:20 » Rispondi Pellicola leggermente anomala per Cronenberg che per l’occasione tralascia le mutazioni della carne, appena accennate in una mini-sequenza, per dedicarsi agli stravolgimenti dei sentimenti e al dolore che essi apportano, pur mantenendo le atmosfere stranianti e le musiche in linea col suo tipico stile. Questa volta il cambiamento del corpo avviene a livello di identità cioè il protagonista si crea una “maschera” teatrale mutando nella donna amata e desiderata. Opera che per evidenti ragioni tralascia la verosimiglianza (probabilmente anche per mantenere lo script della pièce teatrale da cui è tratto nella cui struttura viene quasi ribaltato il ruolo di Madama Butterfly di Giacomo Puccini – M. come Mister Butterfly?) per giungere alla sfera emotiva tramite immagini e situazioni “sospese” tra sogno (incubo?) e realtà. Il tutto rappresentato in maniera pacata e sottilmente allegorica; come se fosse la messa in scena della sublimazione, in senso psicologico, da una sfera sessuale, appena accennata, ad un amore idealizzato.
Evitando il sensazionalismo shoccante di Neil Jordan di “La moglie del soldato” (esempio magari poco pertinente ma lampante).
Inoltre da questo lungometraggio traspare l’atteggiamento degli orientali nei confronti delle donne; in tal senso paradigmatica risulta la frase detta da Song (che vuole essere anche da traccia per gli sviluppi del film) in cui riferisce che, in Cina, le donne a teatro sono interpretate da uomini perché solo loro possono decidere come può muoversi una donna e quindi come si deve comportare, dando quasi l’idea che sia l’uomo a plasmare l’entità femminile. Similmente a ciò che succede nella pellicola: “Sono solo un uomo che amava una donna creata da un uomo” e di riflesso nel protagonista che si innamora di un essere che esiste solo nella sua mente. Insomma un’opera intensa ed affascinante che sviscera bene i concetti di doppio ed ambiguità tanto cari all’autore.