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LA COLLEZIONISTA regia di Eric Rohmer

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Thorondir     8 / 10  10/01/2024 11:17:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non le strade di Parigi ma il mare e il suo entroterra: Rohmer cambia ambientazione ma non i suoi temi. In "La collezionista" il regista francese racconta l'estate oziosa di un antiquario che si abbandona al tedio e che maschera la sua svogliatezza e la sua inconcludenza con presunte virtù morali, con un modo rigoroso di guardare alla vita e ai rapporti con gli altri, soprattutto le donne. L'arrivo di Haydée fa emergere la misoginia di Adrien, che egli non ha problemi a mettere in parola (alcuni dialoghi sono in tal senso espliciti). La facilità con cui la giovane passa da un rapporto ad un altro scardina le false certezze di Adrien, tanto più che egli è attratto dalla donna. Ma in verità, un personaggio che si auto-racconta come integerrimo, con saldi principi morali, è un uomo abbandonato alla svogliatezza, misogino, opportunista, pronto perfino ad utilizzare Haydée per i suoi fini lavorativi. Un egoista che non sa dove andare, che in realtà non conosce i propri sentimenti, che tentenna, prende una direzione e poi la cambia per tornare indietro (emblematico il finale: lascia Haydée e cerca di tornare in quella Londra in cui non ha voluto seguire la sua fidanzata all'inizio del film). Anche le sue inflessioni culturali sono frutto del caso, stanche, prive di ricerca (dice "leggo Rousseau se mi capita Rousseau oppure altri"). Questa storia di sentimenti repressi nell'estate della Francia meridionale è catturata da Rohmer con delle immagini splendide, quasi fiabesche e sospese nel tempo, come a rimarcare lo spaesamento di Adrien, il suo vivere in un mondo mentale che è il suo e di nessun altro.