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RACCONTO D'AUTUNNO regia di Eric Rohmer

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kafka62     7½ / 10  25/03/2018 19:26:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I film di Rohmer girano tutti, invariabilmente, intorno all'amore e alle sue infinite sfaccettature. Per mettere in scena questo tema universale con sempre rinnovato interesse, il regista ha saputo creare nel tempo, con sconcertante naturalezza, alchimie narrative sempre più disparate, a volte sfiorando pericolosamente il ridicolo con accoppiamenti di personaggi anagraficamente squilibrati, situazioni paradossali o soluzioni da teatro di boulevard, ma sempre uscendone miracolosamente indenne. "Racconto d'autunno" è anch'esso un esempio di questa sfida inopinatamente vincente. Personalmente, credo che pochi altri sceneggiatori contemporanei (visto che Moliére è ormai morto da secoli) si sarebbero salvati con una storia in cui un personaggio, per continuare a rimanere amico senza secondi fini della sua ex fiamma (un professore più vecchio di lei di almeno vent'anni) e risolvere il loro rapporto asimmetrico, cerca di appiopparlo alla mamma del suo attuale fidanzato; in cui un altro personaggio, sempre per trovare un compagno alla stessa donna, si spaccia per lei dopo avere messo un annuncio sul giornale; in cui le porte delle stanze si aprono nell'attimo stesso in cui due personaggi che si conoscono appena sembrano in una situazione di equivoca intimità, ingenerando malintesi e complicazioni, e potremmo continuare a lungo con altri esempi. A dispetto di tutte le apparenze e di un lieto fine che più lieto non si può, Rohmer riesce invece a giostrarsi in questa ronde di provincia con una grazia ed una precisione psicologica tali da rasentare il capolavoro. Non c'è una ricetta per spiegare il successo di questo autore, all'epoca settantottenne: forse è l'amore per i suoi personaggi femminili (qui due vecchie conoscenze, Beatrice Romand e Marie Riviére, splendide attrici giunte all'"autunno" della loro misconosciuta carriera), forse è la curiosità mai sopita di sapere cosa si nasconde dentro al cuore degli uomini, forse è il meticoloso lavoro di cesello che fa sembrare tutto così straordinariamente semplice e naturale. Dopo le indimenticabili "commedie e proverbi", Rohmer suggella con questo ultimo film sulle stagioni un altro importante pezzo di storia del cinema.