Il padre che si incendia la mano perchè vuole un segno simbolico di ciò che sta accadendo, ma poi il fuoco non si spegne, lui rimane a guardare stupito; l'uomo che scrive messaggi sulla porta ma quando a quella porta vengono a bussare si nasconde, e le ragazzine, da parte loro, provocano e poi scappano; la bambina del corredo che davanti alle amiche si vergogna e che poi stesa sul pavimento parla della sua casa e della figlia che avrà e alla domanda "che cosa farai?" risponede "parlerò con lei"; l'ex-moglie che parla a sè stessa attraverso una camicia da notte; il padre che dice ai figli "PARLATE!" ma poi escono e canatano una canzone; il bimbo e la donna con la loro insensata comunicazione telematica; e la protagonista, che matte dialoghi alle immagini come a voler colmare questo abisso ma che non riesce a trovare un contatto con lui...
Sembra la rappresentazione di un sogno, dove nessuno si stupisce dell'assurdo. Ogni scena ha il gusto dell'ingenuità tipicamente infantile, ogni personaggio la purezza e l'innocenza della condizione di umana fragilità.