serenella 8 / 10 23/01/2006 20:21:46 » Rispondi in alcuni punti è un po' lento, ma lenta è anche la vita... una bella indagine per nulla retorica su gli strati sociali più degradati e disperati della società francese. La vicenda si snoda serrata proponendo un doppio viaggio, un duplice percorso razionale ed emotivo. Da un lato è una indagine rigorosa e attenta sulla vita negli strati più umili e degradati della società francese, senza incedere in patetismi od eccessi: girato come un documentario, reso più credibile dalla mancanza assoluta di una colonna sonora, ha il ritmo serrato del reportage giornalistico, ma la delicatezza di tocco tipica del cinema francese. L'occhio spietato dei registi non interpreta, non giudica, non commenta: semplicemente, espone. Dall'altro lato c'è il lento e tormentato percorso di crescita di Bruno: l'itinerario di una coscienza, di una consapevolezza, di una identità. Perché non basta tenere in braccio un bambino per essere un padre. Non basta sentirsi ricordare le proprie responsabilità per avvertirne realmente il peso e la necessità. Ma l'indagine sociale e l'itinerario di crescita interiore di Bruno non sono due percorsi separati, al contrario. Le sue azioni deplorevoli e incoscienti, la mancanza assoluta di consapevolezza delle sue responsabilità sono la conseguenza di un ambiente sociale e culturale degradato, sostanzialmente abbandonato a se stesso: una società parallela, per cui non valgono né le regole né il buon senso della cultura borghese. Compito dello spettatore è quindi liberarsi per un attimo dei propri parametri, delle certezze, ma anche dei pregiudizi, per capire le motivazioni profonde di quanto vediamo accadere. E allora si può percepire chiaramente che i suoi gesti non sono spinti da crudeltà, cattiveria o malafede. Quello che manca a Bruno non è tanto il riuscire a distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle sbagliate, ma la capacità di comprendere che ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo hanno un peso, delle conseguenze sugli altri. È questo il passaggio, traumatico quanto indispensabile, che deve compiere per poter crescere. E diventare padre.
mi è piaciuto molto il fatto che Bruno trascini per la città prima il carrozzino vuoto del bimbo e poi lo scooter: i resti, i cadaveri dei suoi errori...
andreapau 24/01/2006 10:30:30 » Rispondi tu sei tra quelle persone che crede che le invasioni barbariche sia un film francese,vero?
serenella 27/01/2006 17:09:11 » Rispondi purtroppo non l'ho visto, per cui non ho capito se la tua è una critica o meno
Delfina 27/01/2006 18:11:17 » Rispondi (Il fatto è che il film è belga, così come "le invasioni barbariche" è canadese, se non sbaglio...)
serenella 28/01/2006 10:31:56 » Rispondi veramente è frutto di una collaborazione franco-belga, per cui abbiamo ragione un po' tutti
serenella 28/01/2006 10:32:42 » Rispondi e poi non vi attaccate a mezza frase, via!!