matt_995 7 / 10 02/12/2022 21:43:07 » Rispondi Genere cinematografico strano, quello del giallo da camera, riportato di recente in auge dagli ultimi scandenti Poirot di Branagh. Genere che, però, secondo me è strettamente letterario, in quanto molto verboso, e poco cinematografico (la Christie appassiona coi suoi ragionamenti su carta, uno sceneggiatore non può fare lo stesso coi dialoghi del suo film, risulterebbero indigesti).
Questo Knives out, però, fa una cosa molto giusta, un'ottima variazione su un tema originale: mette in scena una protagonista presunta colpevole (o meglio: che si crede colpevole e responsabile di un grave incidente) e le fa depistare le prove, man mano che le indagini di Blanc proseguono. Quindi stiamo tutto il tempo con lei e viviamo le sue ansie e paure (e le menzogne che le procurano conati di vomito!). Trovata interessante che non ci fa sprofondare nella noia delle solite indagini.
A coronare il tutto dei comprimari con la C maiuscola: la Curtis, la Colette, Shannon, il Bill degli ultimi It, qui divertente nerdacchione neo-fascista e poi la sorpresa di Evans, irriverente rampollo stro.nzetto. A brillare di meno, paradossalmente, è proprio Craig (quant'è bello però!) ma a quanto pare nel sequel il suo personaggio verrà maggiormente approfondito. Sequel che, a questo punto, non vedo l'ora di vedere.
Mezzo punto in meno per il caso in generale e la sua risoluzione: assurdo il suicidio di Plummer che manco si era avvelenato davvero. E soprattutto scontatissime le boccette di medicinali con le etichette scambiate: appena vengono inquadrate cadute a terra si intuisce l'inghippo.