Il peggior Allen che io ricordi se si esclude l'improponibile To Rome with Love. La storia bene o male è sempre la solita e ci sono tutti gli stilemi Alleniani che uno si aspetta e che una volta all'anno tutto sommato si rivedono anche volentieri per una serata di relax, ma stavolta non si riesce proprio a stare sopra la soglia minima della decenza. Personaggi scritti malissimo, di rara idiozia, mai credibili e totalmente incapaci di suscitare la minima empatia. Sceneggiatura e situazioni ai limiti del demenziale (il provino improvvisato in auto, il modo in cui la Fanning si fa circuire dall'attore famoso, ecc.), spunti appena abbozzati tanto per fare minutaggio e lasciati morire così (il fratello del protagonista e i suoi dubbi sul matrimonio, la relazione extraconiugale della moglie di Jude Law), circostanze date per assodate e non chiarite (il protagonista, pur di famiglia ricca, si mantiene giocando d'azzardo e vince sempre…come fa? E' l'uomo più fortunato del mondo? Bara? Boh…). Chalamet studia da grande e intanto mette Woody Allen nel suo curriculum che male di certo non fa ma fra dieci anni si vergognerà di essersi prestato per un ruolo così idiota, la Fanning poverella è tanto caruccia ma di recitare proprio non se ne parla, sulla Gomez gonfia come una zampogna e doppiata da un trans una parola è troppa e due sono poche, sprecati Law e Schreiber. Mezzo punto in più per il dialogo chiarificatore con la madre sul finale, unica cosa degna dei momenti migliori del regista newyorkese, ormai da anni privo di ispirazione. Finale imbarazzante.