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BROKEN FLOWERS regia di Jim Jarmusch

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  21/04/2006 10:55:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una pellicola al tempo stesso drammatica e comica,un po' come la vita di tutti noi,costellata da successi e da amarezze,un piccolo trattato su cio' che è stato e che avrebbe potuto essere,un film dedicato alle possibili vie che un individuo avrebbe potuto intraprendere ma che per pigrizia,incapacita' o paura ha preferito non percorrere.
Jarmusch firma una pellicola poetica,mettendo in mostra l'amarezza di un uomo, che alla soglia del declino fisico, ripercorre alcuni passi della sua esistenza segnati dalla presenza di donne piu' o meno amate ma che comunque hanno scandito un pezzo della sua vita.
Il regista affida il compito ad uno splendido Bill Murray che con un interpretazione minimalista(simile a quella di Lost in Translation)da' vita ad un personaggio davvero convincente nonostante le poche battute che gli vengono affidate.
Il film pur essendo "lento" non annoia,ogni silenzio,ogni inquadratura hanno un proprio significato,nulla è buttato in pasto ai nostri occhi in maniera casuale,ma il tutto mira ad arrivare alla trasformazione del protagonista che da annoiato e benestate individuo trovera' un nuovo motivo di vivere anche se fondamentalmente potrebbe essere solo una falsa illusione.
Jarmusch lascia infatti il finale aperto proprio per indurre lo spettatore ad interpretare i fatti...cos'è successo realmente?Don ha veramente un figlio?o è stata solo una montatura del vicino Winston per farlo uscire dalla perenne apatia, oppure da parte della sua ultima fiamma?Le interpretazioni possono essere numerose ma cio' che premeva al regista era rappresentare il cambiamento di un uomo che passa attraverso un percorso tutt'altro che sereno ,anzi molto doloroso non solo per lui ma anche per le sue ex.
Il film è strutturato in maniera quasi elementare con episodi che si inseguono l'uno con l'altro,il tutto è impreziosito da una colonna sonora convincente e da una fotografia mai invasiva ma molto presente con il colore rosa a simboleggiare la rinascita di un uomo che apparentemente non aveva piu' nulla da chiedere alla sua esistenza.
Una pellicola tipicamente "festivaliera" di non facile visione e conseguente lettura ma che affascina per la capacita' di affrontare i sentimenti della malinconia e del rimorso in maniera coraggiosa senza falsi moralismi.