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IL GRANDE BLEK regia di Giuseppe Piccioni

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DankoCardi     7 / 10  29/10/2019 00:49:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono lieto di aver fatto inserire io questa opera prima di Giuseppe Piccioni e di commentarla per primo. Siamo nella seconda metà degli anni '80 e nel cinema italiano i generi sono ormai praticamente finiti, il nostro paese non può competere con le grandi produzioni statunitensi che a suon di miliardi e di effetti speciali computerizzati di li a poco invaderanno le sale (primo fra tutti "Terminator 2" di Cameron nel 1991). Prende piede così il filone del minimalismo: film lineari che non richiedono un grande budget e che non si distaccano dalla realtà; storie semplici, magari di ambientazione provinciale, che si basano sui dialoghi e sull'introspezione dei personaggi. Pellicole oggettivamente "belle" ma che purtroppo in genere non hanno mai riempito le sale, con il pubblico che oramai si era abituato ai "blockbuster" americani. Non perchè in precedenza film simili in Italia non esistessero ma per lo meno si equilibravano con i prodotti di genere. Piccioni esordisce con una storia alquanto intima e se vogliamo anche un pò autobiografica, radicata nella sua Ascoli, a cavallo degli anni '60 con i fumetti di Blek Macigno ed i ricordi della famiglia tirata avanti tra varie difficoltà (quale famiglia italiana media del periodo non ne aveva?) e gli anni '70 intrisi di speranze di gioventù, lotte studentesche, voglie di evadere e l'inevitabile disillusione. Il tutto condito con qualche richiamo Pasoliniano che non guasta affatto. La pellicola non è molto ritmata e priva di colpi di scena ma questa è una caratteristica intrinseca del minimalismo e si vede che è un prodotto ancora un pò grezzo tuttavia il regista dimostra già tutta la sua prontezza cinematografica con movimenti di macchina ed inquadrature ben riempite, come un dipinto, che snelliscono la pesantezza di qualche segmento della trama. E' il film di esordio anche per il protagonista Roberto De Francesco mentre Sergio Rubini è sempre un mostro di bravura. Wikipedia riporta che si tratta dell'unico film a cui Lucio Battisti abbia concesso di usare le sue canzoni...che vengono sfruttate al meglio amalgamandosi con le scene più significative. Un piccolo film che può anche non dire nulla a chi non è interessato a questo tipo di pellicole il quale però segna un pò un'epoca per il cinema nostrano.