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GRAZIE A DIO regia di François Ozon

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  20/10/2019 03:48:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che preferisco questo nuovo film di Ozon al tedioso e secondo me artificioso e stra-premiato "Il caso Spotlight" e comunque nella sua durezza narrativa "Grazie a Dio" è un'opera insolita, che mi ha ricordato "Polisse" di Maiwenne. Credo di poter dire tranquillamente che la necessità di farne un film inchiesta finisce per farlo arroverare su se stesso, rischiando di perdere in credibilita'. Tuttavia l'incipit che esprime con disagio i dogmi della chiesa ma soprattutto dei Vangeli sul "perdono e la redenzione" mi è piaciuto assai e lo trovo uno dei tanti temi da dibattere sull'argomento. Fin dall'inizio da spettatore non ho pensato esclusivamente a un film sulla pedofilia dei preti sui bambini, ma sulla negligenza sociale che espia ma spesso non condanna i reati, infatti si parla di uno stupro a una donna taciuto e mai denunciato per paura di ritorsioni familiari/sociali. Qui i nuclei familiari ora cattolici ora no (domanda può q. No credere ancora ai riti della Chiesa dopo quello che ha passato? È giusto mettere i propri figli in uno stato di ansia perenne per evitare che accada qualcosa a loro di simile? È facile lievitare un Clan di vittime quando sai che molte altre voci e altri soprusi non saranno mai evocati?) si trovano davanti a dimensioni quasi quasi popolari come la messa o la cena di Natale, ed è sconcertante che un regista poetico ma trasgressivo come Ozon sia stato in fondo così rigoroso ma anche rispettoso delle tradizioni. In realtà il film, che diventa una "rete" di destini (stile Micheal Haneke prima maniera) è coraggioso e resta insostenibile, sia per i dialoghi che per le prove maiuscole degli attori, in particolare delle attrici. Il tutto sembra/è piuttosto affettato ma ognuno esprime il Sé stesso come se avessero vissuto davvero quei drammi. Un film importante anche con il limite, appunto, di diventare troppo "rotocalco" di essere impostato troppo sulla sua sacrosanta condanna morale. Non il miglior Ozon in assoluto, ma di certo quello che ricorderemo di più in futuro