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KIDS (1995) regia di Larry Clark

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stratoZ     8 / 10  04/08/2023 14:11:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Il primo e più famoso lungometraggio di Larry Clark è una rappresentazione cinica e cruda della gioventù americana degli anni 90'

Parte da un soggetto semplice quanto efficace e da una sceneggiatura di un giovanissimo Korine che riesce a descrivere coloritamente sia le vicende sia la caratterizzazione di diversi giovani di New York.

Il ritratto dell'autore è più pessimista che mai fin dalle prime battute, dopo un atto sessuale in cui il protagonista ha tolto la verginità a quella che poi diventerà la co-protagonista del film vi è già una dissacrante quanto plausibile sequenza di un lunghissimo dialogo tra il protagonista e un suo amico, in cui vi è una descrizione dettagliata dell'atto sessuale, commenti superficiali, slang e soprattutto a quanto ci ho visto io, un ego gonfio come una mongolfiera, come se la goduria dell'atto sessuale non sia causata dall'atto sessuale in sé quanto dal successivo racconto e dallo status che man mano fa acquisire con gli amici.

Ma andiamo avanti, perché è solo l'inizio. Dopo un po' di salottino in cui si alternano dialoghi tra uomini e dialoghi tra donne, tutti monotematici riguardo il sesso la nostra co-protagonista scoprirà di aver contratto il virus dell'HIV dall'unico rapporto avuto con Telly, il nostro protagonista con la fama di sverginatore. Da quel momento in poi cercherà di raggiungerlo per parlargliene. Un po 'shockante come momento della soglia, vero?

Da lì in poi il film seguirà parallelamente le vite di lei e di lui all'interno della stessa giornata in cui le viene data la diagnosi, alternando i momenti di disperazione di lei con le scorribande menefreghiste e superficiali di lui e del suo gruppo di amici. Clark e Korine continuano a regalarci sequenze memorabili quanto agghiaccianti, certamente per chi ha visto il film è impossibile dimenticare il pestaggio allo skate park, scena raccapricciante e che fa salire anche un senso di rabbia, così come la scena in piscina permeata da un leggero fastidio misto alla tensione che i personaggi causano nel loro essere molesti nei confronti dell'altro sesso.

Fino ad arrivare ad un finale fatalista, in cui Clark riesce ad alzare la tensione di un tempo che scorre con la nostra protagonista che cercherà di arginare i danni, ma il dramma consumato sarà ben peggiore, fino all'emblema dell'autodistruzione finale, di cui i personaggi vedranno gli effetti in futuro, un futuro che Clark non ci mostra, ma che rende evidente sarà rovinato dalla loro negligenza e ancor peggio dalla malafede e cattiva educazione.

Non c'è realmente una grande empatia con i personaggi, eccetto che con la protagonista femmiile, rovinata per una singola svista, gli altri sono rappresentati come degli automi cattivi ed egocentrici, incapaci di usare una logica umana né di provare ad identificarsi nei panni altrui, tutti con la battuta pronta riguardo gli aspetti più superficiali degli altri, dall'omofobia al body shaming non risparmiano nessuno che sia diverso da loro, intimidendo il più debole, avendo zero rispetto per gli altri, insomma Clark ci mostra una gioventù totalmente allo sbando, senza vie di mezzo e senza speranza.

Colpisce molto il realismo stilistico, con una frequentissima camera a mano (fantastica nella scena del pestaggio, nel mezzo dell'azione, sembra quasi farla vivere in prima persona), una fotografia ritoccata al minimo, l'uso di location reali e buona parte del cast fatto di non professionisti - questi ultimi due aspetti credo sposino le esigenze stilistiche con quelle di produzione - il film di Clark, uscito nell'anno della stesura del manifesto del Dogma 95, ne ricalca quasi tutte le regole, fa eccezione l'uso di una colonna sonora extradiegetica, e si colloca tra quei film, anche se non è decisamente il primo, che hanno influenzato significativamente il movimento.