Thorondir 8 / 10 21/11/2020 18:13:12 » Rispondi Ennesimo grande prodotto del cinema orientale. Non conosco il racconto di Murakami, quindi il mio giudizio verte esclusivamente sulla pellicola: un triangolo di ambiguità, fragilità e sospetti che viene giocato su una sceneggiatura in cui l'elemento veramente importante è il non detto. Questo porta ad agire secondo le proprie astrazioni e i propri indizi. Su questa impalcatura ambigua in cui a muoversi è in realtà lo spettatore c'è uno sfondo sociale che fa il paio con Parasite di Bong Joon-ho: una Corea dilaniata (in tutti i sensi) da aspre diseguaglianze sociali che si ripercuotono su come guardare al mondo e sul come viverlo. Un dramma-thriller dal lento incedere, perennemente intriso di cose non dette o dette a metà, tra realtà e immaginazione, realismo della messa in scena e poesia visiva (la scena del tramonto sulle note di Davis è storia del cinema). Cinema orientale attualmente superiore per distacco a tutto il resto.