Elmatty 9 / 10 22/09/2019 12:28:20 » Rispondi La chiave di lettura del film sta tutto nel titolo: "C'era una volta...". E' una favola, con tutto quello che ne deriva, ma è una favola Tarantiniana. Quentin ad un primo sguardo può sembrare che abbia cambiato il suo stile con questa pellicola, in realtà è la sua esaltazione più assoluta. Rinuncia alla sua vena spettacolare e gira forse il suo film più intimista, un atto d'amore sincero verso il cinema con cui è cresciuto, e con la musica con cui è cresciuto. Gli elementi di Tarantino ci sono tutti: dalla regia sempre ottima e riconoscibile, dalla tensione in alcune scene tipicamente Tarantiniane, dalla scrittura dei personaggi. Senza contare elementi come la costante presenza della macchina come luogo d'incontro tra la gente, dove la musica è una compagna fedele. Questo è Tarantino. Mi è piaciuto particolarmente anche la struttura del film, se ci fate caso ogni personaggio è l'opposto dell'altro, sono le due facce della stessa medaglia. I personaggi sono caratterizzati bene: Rick Dalton è il divo vecchio stampo del cinema che non accetta il cambiamento in atto di quel universo che si ripercuote anche sulla sua vita vera, Cliff Booth rappresenta quelle persone invisibili che fanno il lavoro sporco degli attori ma che hanno un'importanza enorme
Infatti penso che le scene in cui Cliff fa anche i "lavori di casa" a Rick siano un'esaltazione del ruolo della controfigura in cui deve fare il lavoro dell'attore.
Sharon Tate è la nuova Hollywood ed è il personaggio che rappresenta di più Tarantino: frizzante, innamorato del cinema, voglia di essere un qualcosa di diverso e di esuberante. Le citazioni si sprecano a gogo, tra telefilm e cinema, grande pazzo anche al Western italiano. Attori davvero in palla, in cui per me svetta una Brad Pitt che dimostra di saper recitare a dovere se ha un regista capace di gestirlo. Tecnicamente è superbo, cura nei dettagli in tutto. Il finale subito potrebbe spiazzare ma in realtà è la perfezione a cui il racconto doveva portare:
In cui i pazzi di Manson invece che da Sharon Tate e la uccidono vanno da Rick Dalton e ci restano secchi, in una scena spassosissima in cui si vede il Tarantino violento e spettacolare che conosciamo. L'inquadratura finale è emblematica in cui Rick va a casa di Sharon ed i due si abbracciano calorosamente: lui è vivo, lei e gli altri sono vivi. Il lieto fine della favola e vissero tutti felici e contenti.
Insomma, un film difficile da catalogare, è un film di Tarantino, un Tarantino più vicino a Jackie Brown che a Pulp Fiction ma è sempre Tarantino, e si vede. Straconsigliato.