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PARASITE (2019) regia di Joon-Ho Bong

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simonpietro92     8½ / 10  21/11/2019 14:48:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I ricchi, i molto ricchi, sono una specie di mito per i poveri. I poveri sognano i ricchi. Alla base di questo film c'è proprio questo sogno. Un regista talentuoso in grado di mettere insieme il film popolare all'alta classe intellettuale in un miscuglio di grande suggestione. Abbiamo da una parte i legami della famiglia, che per quanto sconclusionata e squinternata sente moltissimo i legami di affetto, e dall'altra parte gli Dei... l'olimpo.
In questo caso l'olimpo è una casa, meravigliosa, stupenda realizzata da un grandissimo architetto con spazi quasi magici di grande suggestione. Ha un giardino che ha tutte le caratteristiche del giardino proibito. Il primo componente della famiglia che si insinua dentro come un "parassita" mentendo e mascherandosi da un altro scopre questo piccolo paradiso nella città e piano piano riesce a farci entrare tutti i suoi familiari. E questi ultimi riescono a insinuarsi come parassiti nel tessuto connettivo della casa diventandone i padroni. Possiamo definirlo un assalto al cielo dei poveri verso questo olimpo dei ricchi.
Però è come se una volta che i parassiti si sono addentrati nella casa scoprissero che hanno dei parassiti che a loro volta vivono a loro spese. Questo è il gioco degli equivoci, come fosse una scatola cinese. E' la classica commedia degli equivoci dove ogni equivoco in realtà è come se fosse un armadio che nasconde uno scheletro e ogni scheletro che esce non solo vuole vivere ma pretende la sua porzione di felicità e quindi di giardino proibito.
L'abilità straordinaria del regista è quella di elevare di tono quella che potrebbe sembrare la solita commedia e farla diventare una radiografia della korea ma in realtà di ogni parte del mondo dove l'apparente BISOGNO nasconde una serie di parassiti quindi una serie di sfruttati che cercano di sfruttare a loro volta.
C'è una scena in cui i protagonisti devono scappare da questa casa per tornare dalla loro e c'è come una discesa agli inferi. Con molta abilità il regista fa vedere tutta una serie di passaggi dove da questo luogo mentre tornano la pioggia si fa sempre più fitta, acqua che bagna davvero, esce fuori dai tombini dai gabinetti, diventa acqua orribile dove sguazzano i protagonisti.
Questo film è una denuncia grottesca che da un sorriso amaro che non appesantisce l'esemplificazione di questa società che è come la nostra in cui devi spesso scavalcare gli altri per raggiungere un obiettivo. Ma, come si capisce da questo film, questo "ascensore sociale" non sempre funziona.