kowalsky 7 / 10 02/11/2019 01:29:45 » Rispondi Spartiaque ideale tra il cinema dei Balcani cfr. Kusturika e il Rain Man americano, tra l'Europa dei confini extranazionali e l'America delle Autostrade Blu, ma è un Salvatores che una volta tanto non cede al suo reducismo ideologico. È un bel film, ubriaco di onestà nonostante questo sintomo di "normalità" sia forzata, nei dialoghi o nell'egocentrismo tecnico del regista, tra echi Felliniani e ricordi sfumati di Coppola v. Lo sfortunato Un sogno lungo un giorno. Capita che arrida a un'effettismo naturale, ma compensa il tutto con ottimi interpreti e la scelta di brani, da Don McLean al Modugno vs. Pasolini di "Che cosa sono le nuvole" (dal refrain il titolo del film) passando per Nick Drake al quale Vincent-Andrea forse vagamente assomiglia, in una giostra di "confini" che sono le barriere della coscienza prima interiore poi geografica di tutti gli uomini. Il film arriva così a concepire la diversità come grande prova umana di sfida a se stessi, su un mondo che deve o dovrebbe entrare non in collisione ma in empatia con Il mondo dell'Altro. Credo sia per questo una prova apprezzabile, a patto che Salvatores esprima questi confini senza velleità formali comunque rilevanti. Diciamo che riesce a trattenere il suo Ego abbastanza bene, comodamente. Molto ben girata la scena dell'incidente sul dirupo, dove Vincent crede di vedere in una donna la propria madre (universale)
Mauro@Lanari 29/02/2020 22:36:52 » Rispondi E ti pareva. http://www.cineforum.it/recensione/Tutto-il-mio-folle-amore C'è il road movie? C'è il conflitto intergenerazionale? C'è la partitin'a calcetto? Ci sono personaggi, situzioni, frasi soapistiche? Salvatores è tornato (anche se «con un remake di "Rain Man" diretto da Kusturica»).