caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA VERITA' (2019) regia di Hirokazu Koreeda

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  22/10/2019 00:50:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film di Koreeda in trasferta assomiglia quasi a un treno che passa diverse stazioni senza (sof) fermarsi su nessuna. Ora profondo, ora vaquo un pamphlet quasi quasi rivolto a spettatori attenti, ai quali si chiede talvolta di scrivere a loro volta lo script, immaginando le scene successive. Il tutto resta però in superficie, senza arrivare a qualcosa, sfiorando il rapporto madre-figlia, la vanità dell'attrice di fama, la sua dorata prigionia che cerca di liberarsi (si veda il breve fotogramma al ristorante cinese, dove nessuno forse la conosce), un celato riferimento a modelli del classico cinema americano e al tempo stesso una (spocchiosa) allergia verso la Hollywood di oggi, preda di attrici "che non recitano" o attori mediocri che diventano popolari solo grazie alla tv. È un film che incrocia Eva contro Eva, Sinfonia d'autunno (di Bergman) e La Sera della Prima di Cassavetes, con una dimensione fiabesca (streghe buone Vs. Streghe cattive) quasi esorcizzante (i fantasmi veri o presunti, la vita e la morte).
Koreeda mette in bocca alla Deneuve frasi parole che sembrano dette da Lei stessa nel corso di molte interviste, anche se potrebbe averle pensate anche una Ingrid Bergman, tanti anni prima. Si citano Michele Morgan e Danielle Darrieux anziché Meryl Streep o Isabelle Huppert. Ubriaca per la sua onestà a tratti è toccante, ma va visto soprattutto per la prova delle attrici. Lo stesso personaggio di Hawke, che poteva essere interessante, è relegato ai margini, o non riesce a "esprimere" compiutamente quello che ha "dentro". È anche un film profondamente "francese" e non sempre nella miglior eccezione del termine: troppo estetizzante, troppo altezzoso, musiche noiose e fiori variopinti della dorata campagna. Ripeto, va visto per la recitazione e la Binoche è così bella che vale tutto il biglietto, mentre Hawke non più giovane, ancora carino e tutt'altro che disoccupato sembra quasi oscurarsi, almeno quanto vorrebbe/potrebbe reclamare (...). Ma non credo che mi resterà impresso a lungo nella memoria, questo film