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IL SOLE regia di Aleksandr Sokurov

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elio91     8 / 10  27/05/2013 10:13:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo capitolo della tetralogia di Sukorov sul potere. Non avevo amato molto Taurus su Lenin (ma urge una revisione) mentre credo che "Il Sole" sia il più riuscito dei primi tre, anche di "Moloch" di cui è un filino superiore.
E' affascinante la recitazione di Issei Ogata/Hirohito che si affianca come mostro di bravura a Leonid Mozgovoi che interpretò sia Hitler che Lenin nei precedenti film.

Sokurov è evidentemente affascinato da Hirohito e probabilmente anche più affine al suo spirito rispetto a Hitler/Lenin. Infatti se in "Moloch" il leader del nazionalsocialismo era umanizzato fin nelle interiora delle sue banalità risultando un uomo ridicolo spaventato dalla morte, e se Lenin morente in "Taurus" era invece spaventato da ciò che sarebbe successo al suo mondo dopo la propria dipartita ("il sole sorgerà ancora dopo di me?"), Hirohito è ingabbiato nel proprio ruolo di imperatore divino e nelle aspettative di chi lo circonda. Lampante sin dalla prima sequenza è questa contrapposizione surreale tra il ruolo di estrema deferenza dei suoi sudditi e servitori che ne parlano in termini entusiastici, elogiativi e da Dìo rispetto alla sua figura gracile, delicata e piena di tic.
Molteplici sono i lati del suo carattere portati alla luce ma è chiaro che Sokurov si concentra principalmente sul suo aspetto "umano" di imperatore del tutto fuori dalla convenzione e che dovette sopportare il peso dell'abdicazione da divinità a semplice uomo in un momento delicatissimo, probabilmente salvando migliaia di vite umane con la sua scelta.
Eppure in una cultura imperniata sul culto dell'imperatore, questo restò un gesto osteggiato da tutti (al di là del film, mi pare i militari tentarono un colpo di stato pur di fermare il discorso sulla natura umana dell'imperatore). Le ultime parole del servitore sono esplicite.
Sokurov vuole suggerirci neanche tanto velatamente il coraggio di un uomo che di divino non aveva niente ma dell'angoscia umana tutto, un coraggio nell'abbassarsi alla condizione di uomo dopo essere stato un Dìo sin dall'infanzia.

Un colpo efficace del maestro russo, tra i suoi lavori migliori.