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IL SOLE regia di Aleksandr Sokurov

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  22/11/2006 14:52:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo averci parlato di Hitler in “Moloch” e di Lenin in “Taurus” ,il regista russo Sokurov chiude la sua ideale trilogia del "potere" raccontandoci gli ultimi giorni dell’imperatore giapponese Hirohito prima della resa agli americani.
Sokurov è abile nel mettere in luce la vita piena di silenzi e di solitudine dell’imperatore,scandita da noiosi cerimoniali e protocolli da rispettare,delimitata dalle claustrofobiche mura di un bunker e costretto a rinunciare alle uniche persone che ama e con le quali puo’ avere un rapporto praticamente normale (la moglie e i figli).
Mentre in tutta la nazione infuria il conflitto e l’esercito giapponese si immola nel nome del suo imperatore divino,Hirohito si diletta in studi di biologia marina e disserta su aurore boreali e poesia,come ad indicare la totale estraniazione da una realta’ a lui totalmente sconosciuta…solo quando prendera’ coscienza di cio’ che realmente avviene all’esterno delle protettive mura del bunker,questo grazie soprattutto agli incontri con il generale Mac Arthur, decidera’ di rinunciare al proprio status di entita' suprema per poter donare al proprio popolo e a se stesso un futuro pacifico e prospero,nonostante questo contravvenga pesantemente le rigide regole giapponesi, completamente basate sull’orgoglio nazionale e assolutamente non propense alla resa, al costo del sacrificio di ogni soldato e cittadino.
Sokurov ci descrive un uomo mai cresciuto,una sorta di fanciullo che non conosce nulla del mondo circostante se non cio’ che ha letto e studiato,un uomo intelligente ma allo stesso tempo ingenuo ed inesperto,il regista russo affascina per la capacita’ di mostrare la fragilita’ di un uomo indiscutibilmente potentissimo e allo stesso tempo prigioniero del proprio essere.
Notevolissime anche le location e interessanti le scelte cromatiche molto tetre, quasi a voler sottolineare la fine di un paese solitamente vivace e colorato, destinato all’archiviazione degli antichi valori per fare spazio al mondo moderno,ma soprattutto un paese tremendamente ferito dalle innumerevoli perdite umane acuite dai drammi di Hiroshima e Nagasaki.