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MELISSA P. regia di Luca Guadagnino

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Invia una mail all'autore del commento GiorgioVillosio     5½ / 10  17/12/2005 11:19:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
GV 2005 Recensioni
Non sto a fare una recensione intera perché ho visto che ce ne è già una su Filmscoop, e dunque...
Comunque non varrebbe la pena lavorarci, trattandosi di un prodotto dozzinale, che mira solamente alla cassetta, con qualche infingimento. Ipocritamente evita scene da porno smaccato, per raggiungere il target degli adolescenti senza incorrere in censure, proponendo qualche immagine suggestiva e simbolica di finta poeticità.
In realtà, già solo il titolo "Melissa P" arieggia volutamente, con innegabile assonanza, la famosa "Histoire d'O"! Altro riferimento possibile il celebre libro di Nabokov, con la sua Lolita, che era però di ben altra levatura: coglieva nel segno la malizia fatale, ma quasi inconsapevole, dell'adolescenza, e lo sconcerto penoso dell'uomo in età che casca nella trappola. Mentre le figure degli adulti di Melissa P sono false e inconsistenti (la nonna Geraldine Chaplin una fasulla figlia dei fiori attempata e fuori di testa – la madre pedagogicamente nulla, cieca e sorda ai ben evidenti richiami della figlia – e un padre latitante, in aderenza alla vicenda). Come false risuonano tutte le figure dei "maschi cattivi" intorno a lei: un feticista grottesco e paradossale che la invita nella sua garçonnière, e la pletora di ragazzi siciliani ben poco credibili Presentati come "tricheurs", o giovani bulli all'americana, quali marmaglia alla James Dean, in un contesto "piscinaro" holliwoodiano per nulla riconducibile alla ruspantezza popolana celodurista dei nostri isolani. Poco di buono da dire anche della regia, condotta col semplicismo narrativo di uno sceneggiato TV, e comunque fuorviata sicuramente dalla sceneggiatura.
La storia originaria di "100 colpi di spazzola" era infatti totalmente diversa: più incentrata sulla personalità cinicamente morbosa di una adolescente disincanta di suo, non si perdeva in romanticismi di accatto, come nel caso del compagno di scuola pittore. Né raccontava di una povera giovane sentimentale tradita nelle sue illusioni da un mondo malvagio: ma di un'adolescente al bivio delle sue scelte, tra perbenismo e trasgressione, ossequio alle norme o devianza (v.caso estremo della droga). Un po' il cammino di tutti gli adolescenti, sempre rosi da certi dubbi per la loro intrinseca debolezza: non più bambini con chi sceglie in vece loro, ma non ancora strutturati ad agire come gli adulti; e profondamente infelici proprio per questo. Ma c'è modo e modo di raccontare questi turbamenti, come ricorda chi abbia letto il delicato libro della Maraini titolato "L’età del malessere". Il film, al contrario, poteva legittimarsi, raccontando a dovere una fase cruciale dell’esistenza, come seppero fare film famosi tipo "Il tempo delle mele" o, meglio ancora, "Porci con le ali". O, diversamente, accodandosi all'ondata attualissima dell'hard core e del porno, in un'epoca in cui certi quotidiani propongono sotto Natale interi paginoni speciali per la vendita di gadget erotici nei sexy-shop. Il cambiamento dei costumi sessuali e familiari in atto, la dissoluzione della coppia con relative illusioni, il dilagare su Internet di proposte erotiche di ogni genere, portano ormai tutti a interrogarsi sulle convinzioni che ci hanno accompagnato fin qui. In tempi in cui, ad esempio, si scopre che la stagione dell'amore fisico non finisce più fatalmente con menopausa e climaterio, ma può legittimamente continuare in età ben più avanzate, col consenso della morale, la vita di un'adolescente poteva raccontarsi con ben altro spessore e profondità, di quanto visto in Melissa P., assurgendo ad emblema di problematiche ormai generalizzate. Dove si conferma invece, come detto in apertura, che la produzione del film ha pensato in primis al risultato di cassetta, trascurando volutamente ogni implicazione di altro genere. Un'occasione mancata in duplice senso: per i produttori al loro debutto, Francesca Neri e Claudio Amendola, che voltano le spalle al loro blasone di artisti; come pure per la giovane autrice del libro, che, giureremmo, non sarà di certo compiaciuta della versione cinematografica della sua opera prima.
Da salvare, nell'insieme, la giovane interprete spagnola Maria Valverde, significativamente calata nella parte anche per motivi puramente fisici: graziosa, ma pure un po' goffa, come tanti adolescenti ancora "incerti"!
Invia una mail all'autore del commento cnf2  17/12/2005 20:38:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non per fare il pignolo.ma questa è una recensione
emox  27/12/2005 12:19:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
leggendo ciò che pensi sul film, secondo me, sbagli a dare un voto tanto alto.
Invia una mail all'autore del commento Totius  27/12/2005 03:03:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
OVVIO CHE LO E'.