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MARY regia di Abel Ferrara

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  28/01/2006 21:49:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il film, purtroppo, è un capolavoro mancato. Resta tuttavia una delle piu' struggenti e carnali riflessioni sul senso etico e spirituale della vitache il cinema abbia mai espresso di recente. La "parabola" che non viene direttamente dal rigore pastorale di un Ratzinger nè dall'omelia "guerrafondaia" del sergente Buttiglione ma da quel gran figlio di buona donna che è Ferrara, piu' volte scoperto ad aspirare polverine magiche (legalizzate dallo star-system certo) piuttosto che genuflesso in meditante preghiera all'interno di una cattedrale. In verità, tutta l'opera di Abel è pervasa fortemente dalla spiritualità, anche quando tratta temi come morte, vendetta, uxuricidio,.. non è fors'anche la bibbia una pioggia di sangue benedetta dal suo dogma, nel monito di respingere la colpa e promulgarne la condanna (o i forti limiti morali della condizione umana, per questo oltre che un testo sacro affascina in molti aspetti)? Eppure se la scelta di Maddalena riletta secondo gli scritti apocrifi è coerente e mai irriverente per Ferrara, nel film vaga un senso di incompiutezza, di occasione perduta. Troppo poco sappiamo delle motivazioni personali del personaggio della Binoche, del perchè il ruolo nel suo film "this is my blood" (una stupenda mossa pubblicitaria per contrastare la fenomenologia di massa à la Gibson un titolo da 10 e lode) desta in lei un così fervente "cuore sacro". Da una parte Abel si sofferma troppo sulla mutazione ideologica del giornalista, dall'altra sembra pretendere di rivendicare la propria indipendenza dallo star - system. rileggendosi a Icona trafitta dalle leggi del business. Ma tornando alla Binoche chi è lei? Cosa le è accaduto? Perchè sente solo Ora il bisogno di appartenenza? Film su film si equivalgono, un po' alla maniera dell'insuperabile "Ararat" sul dramma degli armeni, e gli anatemi contro hollywood diventano tribunizi da cui cogliere il salvagente religioso come concetto individuale ed eterno ("...scagli la prima pietra"). Molto finisce per ruotare sulla sua sfera di regista. Eppure anche così ne possiamo ammirare una capacità tecnica sbalorditiva (l'attentato in Terra Santa è un esempio di montaggio che rasenta il cinema puro) ma forse lo sapevamo già.
Un'altro autore immenso, De Oliveira, ha affrontato nel suo film recente gli stessi temi con una radicale revisione dei simboli (il miracolo dell'apparizione etc etc) ... vedere Mary e perdersi Lo specchio magico non è cosa giusta... Eppure alla fine si esce da questo film - frammento con un'immenso bisogno di fede e verità, ci si interroga allibiti e in fondo arricchiti e folgorati da questa preziosa richiesta di sostegno morale e spirituale. Piu' che altro, la Verità assoluta ci sembra così vicina che è francamente arbitrario e doloroso, eppure talvolta necessario, prenderne le distanze.