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PADRE PADRONE regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  23/05/2008 17:20:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Padre Padrone" si inserisce di diritto tra i classici della cinematografia italiana, assumendo un'importanza notevole per la materia trattata, che ne fa una pietra miliare sotto il profilo storico-culturale, per la storia raccontata, tratta dal bellissimo romanzo di Gavino Ledda, e per la pregnanza delle immagini, sulle quali sembra riverberarsi parte dell'appassionato afflato dello scrittore sardo.
Il film dei fratelli Taviani, e ancor di più il libro di Ledda, ha il pregio di documentare in maniera realistica e senza sconfinamenti nel romanzesco una realtà che, per quanto appaia distante dalla società degli anni 50-60, attiene comunque alla contemporaneità. La vita dei paesi sardi è stata fino a poco tempo fa (e in alcuni casi è tutt'oggi) ancorata a una dimensione arcaica, e l'esperienza e la testimonianza di Gavino Ledda sono servite a rendercela nota e ad aprirci gli occhi su tutto un "modus vivendi" retrivo e abietto che ha segnato parte del tessuto connettivo sociale italiano. La battaglia esemplare di Ledda ha lo scopo di farci capire come è giusto ma soprattutto possibile ribellarsi a un sistema che si fonda sullo sfruttamento altrui. Essa assurge a epico scontro tra due mondi agli antipodi: quello barbarico della Sardegna pastorale e quello civile dell'uomo istruito, che alla fine prevarrà sul primo. Ma allo stesso tempo, l'allontanamento di Gavino dal suo paese natale e la sua "incursione" nella realtà urbana ci svelano le regole ingannevoli su cui è ordinata la società civile dove, in maniera meno brutale ma più subdola rispetto all'arcaica società sarda, persiste la tendenza dell'uomo a prevaricare il prossimo ed a dettare la cosiddetta legge del più forte, dando così luogo a una forma di suddivisione tra padroni e servi (paradigmatica, a tal proposito, è la realtà militare). Proprio questa presa di coscienza indurrà Gavino, una volta affermatosi come studioso di glottologia, a ritornare nel suo paese natale per ivi dedicarsi alla stesura di "Padre Padrone".
I fratelli Taviani hanno saputo ripercorrere egregiamente l'esperienza dello scrittore sardo: eccelse tutte le sequenze atte a presentarci la Natura dell'isola nella sua dimensione più brulla e ostica, a cui si giustappongono splendidamente il suono dello stormire degli alberi nonchè quello di tutta la fauna, che fanno calare lo spettatore nella solitudine "rumorosa" delle giornate lavorative del protagonista. A ciò si unisce una buona struttura narrativa, sobria e mai strascicata. Memorabili l'"incipit" e l'epilogo del film, in cui è lo stesso Ledda a intervenire con la funzione di spiegare le ragioni che lo hanno determinato a scrivere il suo capolavoro.