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PADRE PADRONE regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani

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DankoCardi     9½ / 10  22/05/2020 23:57:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' "liberamente tratto" dal romanzo omonimo di Ledda...che non ho letto quindi non posso fare paragoni. I Fratelli Taviani sono dei maestri nel raccontare storie crude, sanguigne, di sangue lacrime e sudore: immaginate di avere 10 anni ed essere costretti a stare da soli in mezzo alla campagna di notte in inverno. Questo è l'agghiacciante (perchè vero) inizio che ci introduce alla vita dei pastori della Sardegna, dove la vita è l'agricoltura e la pastorizia...senza di esse non c'è vita, dove i corpi sembrano diventare tutt'uno con la terra, quella terra che non ti lascia andare nemmeno se lo vuoi con tutte le tue forze come succede al giovane Gavino, la cui infanzia è già stata rubata da una natura crudele. Da brividi il dialogo immaginario che ha con la pecora che deve mungere tentando di impedire, allo stesso tempo, che sporchi il latte con le sue feci. La Sardegna, poi, è terra di vendette ancestrali a cui non si sfugge. E sopra tutto questo incombe l'ombra del padre-padrone: spietato, dispotico e anche cattivo. Ma più va avanti la storia più ci accorgiamo che anche in questo caso non c'è scelta, il padre è costretto ad essere padrone per governare le bestie, per lavorare la terra, per sfamare la famiglia...per vivere. Lui da ai figli la stessa vita che ha avuto forse perchè in quel contesto è l'unica possibile, non si riesce a biasimarlo più di tanto. Seguiamo la storia di Gavino, ma è come se seguissimo la storia di mille altri fanciulli nella sua identica condizione come se egli fosse il simbolo dei giovani pastori sardi comandati dai rispettivi padri. Eppure per lui il riscatto arriva e lo fa con una dimostrazione che se si vuole si può anche uscire da un'isola, dall'isolamento, e realizzarsi nello studio e nella vita nel continente, cioè nel mondo, laurearsi scrivere ed avere così modo di portare a conoscenza il resto dell'Italia della condizione in cui molti sui conterranei si trovano. Ma per fare questo occorre superare lo scoglio più grande: mettersi contro il padre; sembra una favola ma è la vera storia di Gavino Ledda!
Omero Antonutti giganteggia con la sua presenza in tutto il film.
Prima apparizione cinematografica per Nanni Moretti.