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IL PIANETA PROIBITO regia di Fred M. Wilcox

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Spotify     7 / 10  19/04/2016 03:52:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cult di fantascienza risalente ai lontanissimi anni 50. E' un film di indubbio fascino, con una trama originale ma comunque classica per quei tempi, una tecnica quasi sopraffina e, cosa più importante, il trattamento di alcuni temi ancora sconosciuti o comunque poco analizzati nelle precedenti pellicole attinenti al genere. Partendo subito da quest'ultimo punto, possiamo dire che Wilcox tratta un argomento che all'apparenza, sembrerebbe difficile da associare ad una trama fantascientifica e invece lui ci riesce molto bene: il tema in questione è il subconscio. Il regista pone l'essere umano davanti a ciò che egli non può controllare, davanti al suo Mr Hyde. Ci fa capire come, a causa della tanto agognata brama di conoscenza, conquista e potere, l'uomo sia costretto comunque a pagare un caro tributo, in quanto la sua stessa malvagità gli si ritorce contro, costringendolo a fare i conti con la parte della sua mente che egli non conosce. Quella di Wilcox è davvero una critica durissima, perchè rende l'inconscio un mostro enorme ed invincibile, quasi a voler rappresentare la cattiveria stessa dell'essere umano. Il tutto è rappresentato benissimo, come è rappresentato altrettanto bene, il tema del rapporto uomo-macchina, il quale sarà ripreso poi con maggiore insistenza circa 25 anni più tardi. In questo caso la macchina è un pacifico robot che svolge un ruolo più che servizievole nei confronti del suo inventore, il professor Morbius. E' dotato di intelligenza e straordinaria autonomia. Wilcox si concentra molto su questa figura, ritagliandole un ruolo importante, quasi a voler dimostrare una dipendenza, che si svilupperà nei decenni seguenti, degli uomini dalle macchine. Riguardo il lato tecnico, la cosa che si nota più di tutte sono degli incredibili effetti speciali, impensabili per l'epoca. Sembrano di almeno 20 anni avanti, tanto sono riusciti e credibili. Il regista poi li utilizza in modo sublime, alcune scene infatti sono di una bellezza ammaliante e non ci si crede che gli effetti presenti appartengano ad una pellicola del '56. Altro elemento splendido è la scenografia: il pianeta dove è ambientata la storia è realizzato in maniera straordinaria, il director ce lo fa ammirare con delle grandiose inquadrature panoramiche, inoltre, grazie ad esso, si evoca anche un'atmosfera molto particolare, un clima quasi di mistero, a causa anche di altre inquadrature che suscitano un po' di suspense. Alla scenografia si associa anche una fantastica fotografia, la quale mette molto in risalto l'aura fantascientifica del film con delle sgargianti tinte rosee, che caratterizzano anche l'intero ambiente circostante. La regia è complessivamente intrigante: innanzi tutto produce un'atmosfera affascinante e densa di ignoto che caratterizzerà la pellicola per tutta la durata. Non mancano sequenze di tensione, girate molto bene ed anche la scena del combattimento tra l'equipaggio e "il mostro" è realizzata divinamente. Direzione degli attori ottima, fatti calare perfettamente nel clima della pellicola e caratterizzazione dei personaggi riuscita, resa molto particolare la figura del professor Morbius. Interessantissima anche l'immagine dei Krell, con il director che li rende tra i protagonisti della storia, ben che vengano solo citati. Rese poi molto enigmatiche ed affascinanti le discussioni dei protagonisti su questa razza aliena. Il finale è bello, c'è un bel po' di suspense, effetti speciali sparati a mille e un messaggio di fondo significativo. Il cast è valido: abbiamo un Leslie Nielsen che ancora vestiva ruoli seri, prima di sposare la causa demenziale di "L'aereo più pazzo del mondo" e "Una pallottola spuntata". Impersona bene i panni dell'astronauta, è molto credibile e a volte sa essere anche abbastanza ironico. Le espressioni sono sempre riuscite e convincenti e l'interpretazione dei dialoghi è ben fatta. Mi è piaciuto molto anche Walter Pidgeon, bravissimo nel ruolo di Morbius. E' molto sfuggente, guardingo, nervoso e misterioso. Espressioni impeccabili e esplicazione dei dialoghi molto buona. La cose che secondo me invece, penalizzano l'opera, sono essenzialmente due: sceneggiatura e ritmo. Riguardo la prima, l'ho trovata un po' troppo dispersiva, ci sono si, delle componenti non male come i dialoghi che non sono mai banali e intrisi di un certo fascino e la stesura dei personaggi che è abbastanza sviluppata, però per il resto sembra che si è voluta mettere troppa carne al fuoco, col risultato che alcune tra le cose più importanti sono analizzate pochissimo, mentre cose meno importanti hanno un certo peso. Poi ho trovato un impianto narrativo che lascia un pochettino a desiderare, in quanto presenta troppe situazioni che si ripetono, senza poi concludere essenzialmente nulla oppure altre situazioni ancora, che ben poco centrano col nocciolo centrale della vicenda. Poi, proprio a causa della ripetitività di alcune scene, il ritmo ne risente fortemente, infatti non pochi sono i punti dove il film diventa molto macchinoso e si fa fatica a seguirlo. Wilcox, nonostante gli errori di sceneggiatura, poteva far meglio. Comunque non mancano affatto punti più movimentati.

Conclusione: è interessantissimo come film, rappresenta forse una specie di spartiacque nel cinema di fantascienza visto l'evoluto lato tecnico e i temi trattati. Con delle migliorie in più poteva essere davvero un gioiello, ma nonostante ciò, una visione la vale tutta.