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TOO OLD TO DIE YOUNG - STAGIONE UNO regia di Nicolas Winding Refn

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VincVega     8½ / 10  28/06/2019 13:09:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando ho sentito che usciva una serie TV Poliziesca/Noir di Nicolas Winding Refn mi son detto che non potevo farmela sfuggire.
Diciamo che "Too Old To Die Young" è in pieno stile Refn, ovvero ritmo lentissimo, talvolta estenuante, sconsigliato a chi non ama il regista danese, consigliato a chi lo ama e chi apprezza le atmosfere dilatate e decadenti, fatte di sfumature e dettagli, sottolineando il vuoto della maggior parte dei personaggi e di una società al capolinea. In realtà il protagonista Martin fa un percorso strano, inizialmente da poliziotto com'è, sembra scendere negli abissi della criminalità per "arrotondare", per poi trovare quasi una vocazione nel trovare killer e maniaci sessuali da mandare all'obitorio. Ci si muove in ambienti asettici, da una degradata e spettrale Los Angeles ad un Messico luminoso e prosperoso di futuro, inteso nella criminalità. Ed è proprio in Messico che torna Jesus dopo la morte della madre, per fare la scalata nella criminalità ed incontra la misteriosa Yaritza, che gli ricorderà non poco la madre, lui che è intrappolato in un vero e proprio complesso di Edipo. E poi c'è l'ex poliziotto e malato terminale Viggo, che al soldo di Diana, incontrerà e porterà Martin nella sua nuova vocazione.
Dopo la parentesi commerciale (ma ottima) di "Drive", continua l'estetica di Refn, il quale continua la sperimentazione visiva ed il percorso fatto con "Solo Dio Perdona" e "The Neon Demon", opere non proprio da grande pubblico o di grande successo commericale. Ed è strano in questo senso, ma positiva, la carta bianca che Amazon Studio ha dato al regista, che ha potuto dare sfogo al suo tocco personale in più di 12 ore di girato suddivico in 10 episodi. Un rischio non da poco, dato che l'opera dividerà non poco gli spettatori. Si parlava del ritmo lentissimo quasi esasperante, ed è questo uno dei motivi che dividerà il pubblico. Molti non riusciranno ad andare avanti, invece chi ci riuscirà noterà, col passare del tempo, una leggera velocizzazione dal terzo episodio rispetto ai primi due, o forse è solo l'abitudine e la presa di coscienza dello spettatore ad un evento non proprio standard nel panorama odierno. Infatti "Too Old To Die Young" è evento che porta il cinema di Refn in streaming, con i suoi pregi e difetti, ma un evento del genere non capita tutti i giorni. In questo va menzionato anche Ed Brubaker, insieme a Refn autore e decisivo nella riuscita della sceneggiatura, che non risparmia la critica alla società americana, in particolare nella rappresentazione degli uomini di legge, letteralmente degli idioti, nelle cui scene ci saranno i momenti più comici della serie.
Lo scavo piscologico dell'imperturbabile protagonista Martin (interpretato da un bravo Miles Teller), è uno di quelli difficili da ottenere, dato che è un personaggio freddo, ambiguo e apparentemente senza emozioni. E' un percorso lungo e tortuoso il suo. Così come gli altri personaggi sembrano tutti, a loro modo, in bilico in una discesa agli inferi, in cui non hanno modo (e volontà?) di risalire. Una discesa agli inferi non propriamente letterale, ma spesso dettata dal loro status o famiglia di appartenenza. Nel resto del cast, grandi attori: da John Hawkes a Jena Malone, dagli attori nelle parti dei messicani ad un redivivo William Baldwin nel ruolo del padre cocainomane e pervertito della fidanzata minorenne di Martin. Menzione d'onore va alla fotografia. Si passa a quella al neon di notte ai paesaggi desertici e luminosissimi di giorno. Spettacolo. Non dimentichiamo il fedelissimo di Refn, ovvero Cliff Martinez nella colonna sonora, ovviamente elettronica, ma di quella bella, particolare e psichedelica. Infine la violenza, non ultimo degli elementi, esplode prepotentemente e brutalmente.
"Too Old To Die Young" l'ho trovato magnetico. Questi movimenti di camera lentissimi in cui si ha tempo di ammirare i dettagli e il luogo in cui avviene la scena. I silenzi assordanti sono quasi infiniti e spesso valgono più delle parole. Una classica serie "slow burn" che più è andata avanti più sono diventato dipendente da essa, come ogni grande serie dovrebbe fare. Per molti i problemi arriveranno fin da subito, ma i più pazienti che riusciranno ad andare oltre i primi due episodi, verranno ripagati abbondantemente.