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A MANO DISARMATA regia di Claudio Bonivento

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  13/06/2019 01:40:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sono spazi aperti che comunicano molto, spazi chiusi che non dicono niente, o viceversa. Un film che, dialoghi piatti compresi, puo' scendere molto in basso (il dialogo con la sorella) come alzare il tiro e volare con rara intensità come nel primo giorno della scorta in macchina, la protagonista che vuole vedere il mare o che scopre che i figli sono stati portati via dal marito. Il regista tenta di strizzare l'occhio all'America, ai poliziotteschi italiani di 40 anni fa, ma il linguaggio è troppo da fiction televisiva. Ci sono stereotipi di troppo v. Il capo-banda che sembra Er Monnezza con la faccia di Tom Araya degli Slayer. E che dire del marito solidale e voltagabbana, o del politico affiliato e complice di cui forse si poteva dire di più? Invece il film le frecce al suo arco le ha, con la dimora quasi da horror, sbarre alle finestre, dove si imprigiona la giustizia o il reato (chissà perché torna di moda oggi) d'opinione. Non manca una certa dose di retorica indulgente e demagogica, che vorrebbe strappare consensi, perfino ovvia la citazione di Pasolini. Diciamo che però il film si regge tutto nella prova della Gerini, in un ruolo alla Jodie Foster, che scandaglia un notevole impatto emotivo sullo spettatore