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ANNABELLE 3 regia di Gary Dauberman

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Jolly Roger     6 / 10  25/12/2019 12:17:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Annabelle Comes Home rappresenta una sorta di consacrazione della saga partita da The Conjuring e passata attraverso Annabelle.
Non intendo che questo film sia il punto più elevato (anzi, direi che è il film meno riuscito della serie), ma che esso è il trait-d'union tra i due filoni della saga, ovvero tra quello che vede come protagonisti i coniugi Warren e quello che, invece, ha come protagonista Annabelle.
Questo film, infatti, narra le vicende immediatamente successive alla consegna della bambolotta ai due coniugi (per intenderci, il prologo di The Conjuring), che la rinchiudono nella loro nota "stanza" dei gingilli spettrali.
Il film mostra quindi, finalmente, i coniugi Warren mentre hanno a che fare con il demone più malevolo che abbiano incontrato nella loro carriera: Annabelle. Un'entità talmente maligna, che nemmeno si deve pronunciarne il nome. Mette i brividi lo sguardo di paura della bambina, quando zittisce l'amica che stava parlando della bambola, dicendole che quell'entità non la si deve nemmeno nominare :-)

Annabelle Comes Home ha le caratteristiche di tutti gli altri film della saga: punta sull'orrore palpabile, prolungato e lento, provocato dalle apparizioni maligne. Come gli altri film, ha la capacità di narrare i momenti più spaventosi con un crescendo di tensione, fino ad individuare una zona di tensione massima, sostando con maestria in questa zona, giocando a prolungarne la suspense fino a raggiungere un livello parossistico.
Quanta malignità emerge, semplicemente dallo sguardo di Annabelle, seduta sul sedile posteriore dell'auto degli Warren?
Oppure quanto, portata in casa, ha gli occhi puntati sulla loro figlia? Occhi immobili, ma talmente torvi, talmente brillanti di malignità da sembrare consapevoli, talmente vivi che sembrano muoversi, con la sottile e sapiente illusione che, mentre la bambola viene trasportata nella casa, essi restano invece fissi sulla bambina.
Non credo che ci sia niente di più spaventoso dello sguardo di Annabelle. Il vero orrore di quegli occhi è che sono consapevoli, cioè capiscono quello che vedono, perché dentro a quegli occhi, dietro a quello sguardo, c'è qualcosa di intelligente e di profondamente malvagio.
La bambola buca lo schermo. Non le serve molto per spaventare. Il semplice fatto che caschi in avanti contro il vetro in cui è rinchiusa è sufficiente per fermare il tempo e creare una condizione di estrema tensione.
Detto questo, tuttavia, il film è inferiore agli altri della saga. Malgrado momenti ben costruiti, non si raggiungono mai gli apici di spavento degli altri film. Gioca contro anche l'eccessiva semplicità della storia, con ambientazione limitata ad una casa e pochi protagonisti, il che crea una narrazione spesso obbligata lungo binari abbastanza prevedibili.
Il film cerca di rimediare alla piattezza con qualche diversivo, ma queste trovate finiscono per essere esagerate e anche poco coerenti con l'impostazione della saga, che ha sempre puntato più sulla tensione prolungata piuttosto che sui jumpscares, sulla credibilità piuttosto che sull'eccesso (ad esempio, il lupo mannaro. Un lupo mannaro?!?).
Insomma, se il difetto era una certa piattezza e poca originalità, il rimedio si rivela peggio del difetto a cui si sarebbe dovuto rimediare.
Detto questo, il film resta buono e ho particolarmente apprezzato il finale. C'è un accenno al bullismo, argomento in realtà solo sfiorato alla lontana, ma in modo efficace, che contribuisce a dare un senso al film e al finale, che va al di là del puro intrattenimento horror.