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HULK regia di Ang Lee

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Boromir     8 / 10  04/03/2024 15:39:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A distanza di vent'anni, l'Hulk di Ang Lee rimane una pietra angolare della mia infanzia cinematografica e un (tutt'ora incompreso) caposaldo del filone supereroistico. Principalmente associato a epopee in costume e drammi sentimentali, Lee adotta uno stile sperimentale ma estremamente elegante, che abbonda di tinte verdi e split-screen per ricreare su schermo l'idea delle vignette di un albo a fumetti (scelta che in un primo momento può disorientare, ma a cui ci si abitua abbastanza velocemente). Il lavoro sul montaggio si fa garante di ulteriori qualità, con l'uso visionario di transizioni e dissolvenze ardite a fare da collante alle sequenze e a donare un ritmo lento ma sostenuto a una narrazione incentrata perlopiù sul dialogo intimista.
Ottima la sceneggiatura di John Turman, Michael France e James Schamus, ispirata a ben quarant'anni di vita editoriale del gigante verde. La deriva filosofico/psicanalitica della pellicola concentra il focus sui pericoli del trauma e sull'importanza delle relazioni interpersonali, preferendo che sia il talento degli interpreti (in primis lo strabordante Nick Nolte) e la finezza dei dialoghi a veicolare i grandi temi esistenziali piuttosto che le scene d'azione. La presenza di Hulk viene fatta sospirare per quasi un'ora attraverso i dibattimenti interiori, i personaggi vengono lasciati liberi di fronteggiare i propri demoni nel modo più introspettivo possibile, salvo limitare la componente action all'atto finale, dove tutti i nodi vengono al pettine e le ancestrali pulsioni rabbiose prendono il sopravvento.