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THE DESCENT - DISCESA NELLE TENEBRE regia di Neil Marshall

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oh dae-soo     8 / 10  14/10/2010 12:55:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento contiene anticipazioni.

Prima di addentrarci nell'analisi di questa piccola perla dell'Horror moderno, vorrei fare una considerazione generale. Chi ha fretta vada al prossimo capoverso. E' incredibile notare come tutte le migliori opere di questi ultimi 5 anni nel campo dell'Horror vengano dall'Europa. A memoria, la Spagna con REC e THE ORPHANAGE, la Francia con MARTYRS e A L'INTERIEUR, addirittura la Svezia con LASCIAMI ENTRARE, l'Italia con SHADOW e il Regno Unito con, per l'appunto, THE DESCENT. In America invece sembrano ormai soltanto due le strade imboccate: il teen movie del gruppo di ragazzi ucciso uno a uno (sdoganato definitivamente da SCREAM) spesso, da SAW in poi, mediante torure, o il remake orientale (al volo penso a THE RING, THE EYE, THE GRUDGE, THE UNINVITED - da Two Sisters- e OMBRE DAL PASSATO - da Shutter-). Per trovare qualcosa di nuovo e originale deve rimettersi al lavoro il grande maestro Sam Raimi che con DRAG ME TO HELL ci riporta alle atmosfere dei suoi vecchi capolavori. Non che i film europei sopracitati non si ispirino anch'essi a pellicole precedenti, ma o lo fanno con un proprio marchio completamente originale, o comunque con un'altissima qualità, sia recitativa che di scrittura. Hanno inoltre il coraggio, quasi taboo negli USA, di scardinare il classico Happy End.
Veniamo a The Descent.
Chi mi ha letto qualche volta sa quanto consideri la sceneggiatura come la componente più importante nella realizzazione di un gran film. Nella maggior parte dei casi diventa una conditio sine qua non. Se c'è un genere però che può "permettersi" di raggiungere ottimi livelli anche senza un grande script questo è proprio l'horror dove a volte possono bastare un buon spunto iniziale, una bella ambientazione, una grande atmosfera e recitazioni convincenti per raggiungere i massimi livelli. The Descent, la cui sceneggiatura potrebbe probabilmente essere contenuta in 40 pagine, raggiunge l'eccellenza proprio grazie alle caratteristiche sopracitate.
Sarah ha perso marito e figlia in un tremendo incidente stradale. Un anno dopo si rivede con un gruppo di amiche per provare un'avventura estrema, la discesa in un complesso di grotte, pensata appositamente per "ritrovarsi" e farle finalmente riconquistare la serenità perduta. Le ragazze però si ritroveranno chiuse nelle grotte e scopriranno di non esser sole...
Qualcuno ha criticato la prima mezz'ora, nella quale il regista ci introduce i personaggi e, soprattutto cerca di creare un'empatia con Sarah, la protagonista. Io l'ho trovata invce un'ottima introduzione. A questo proposito da ricordare la scena dell'ospedale quando per una volta (cosa rara nell'horror) viene raccontato e mostrato perfettamente il dolore per la perdita di un caro. Un'occhio attento avrà notato anche lo scambio di sguardi iniziale tra Juno (una delle ragazze) e il marito di Sarah pochi minuti prima dell'incidente mortale dell'anno prima. Il tutto tornerà verso la fine. Questi dettagli, alle volte, fanno grandi un regista.
Dopo mezz'ora, si entrerà nelle caverne per poi non uscirne più. Per un'ora Marshall riesce a girare nella quasi totale oscurità creando un'atmosfera unica, claustrofobica, opprimente e, se mi si concede il termine, quasi da paura primordiale. Il film funzionerebbe anche così a mio parere, visto come una lotta per la sopravvivenza dell'uomo in un ambiente inospitale e senza via d'uscita come ad esempio è stato l'oceano per OPEN WATER, l'alta montagna per LA MORTE SOSPESA o, in un senso più ampio e variegato tutto il magnifico INTO THE WILD. A questo proposito, la scena del cunicolo poi crollato, quella dello strapiombo da superare e quella della caduta con rottura di tibia di una delle ragazze sono perfette. Marshall però non si accontenta e introduce l' Horror. Delle spaventose creature vivono nel sottosuolo. Sono cieche e per muoversi si servono esclusivamente dell'udito. Attaccano, uccidono e mangiano le proprie vittime. Per il gruppo delle ragazze inizia la lotta per la sopravvivenza.
Più di una scena da ricordare. La telecamera con visione notturna che inquadra gli ominidi (poi ripresa nel finale da incubo del primo REC), le due sorelle stese e ferme con l'orrendo viso di una creatura a 1 cm da loro (omaggio quasi plateale a una delle ultime scene di Predator), la morte di una di loro sospesa nella roccia, la scalata finale della protagonista in mezzo alle ossa.
E' fortissimo anche il richiamo metaforico, del resto intuibile dal sottotitolo del film "Face your deepest fear". La protagonista più va in profondità nelle grotte, più tempo passa, più scopre se stessa, e quella che era una paura reale, la morte nelle grotte, si tramuta nella scoperta di un tradimento, nell'astratta paura di scoprire un giorno che una vita d'amore passata insieme è stata semplicemente basata sulla falsità. Importantissimo questo passaggio perchè (e anche qui il dettaglio per Marshall fa la differenza) l'incidente iniziale fu dovuto ad una disattenzione alla guida del marito chiaramente intento a pensar qualcos'altro e questo qualcos'altro è ciò che scopriamo alla fine. Juno in realtà tradiva l'amica, e questo tradimento indirettamente ha portato quindi all'incidente e alla morte della figlia. Sarah ha ormai perso tutte le sue certezze, Juno deve pagare.
Nel finale vediamo poi Sarah riuscire finalmente dalle grotte ma tutto è effimero, illusorio, e in una meravigliosa, struggente e indimenticabile sequenza finale (pari solo a quella di The Orphanage) la ragazza ha ancora la visione dell'unica persona che in realtà l'ha sempre amata e mai tradita, sua figlia. E' quasi un'eutanasia, un dolce morire, il lasciare una vita che tanto non aveva più niente da darle per potersi ricongiungere all'unica ragione di vita e di morte, la sua bambina, e poter finalmente spegnere quelle candeline.
trickortreat  17/10/2010 09:09:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bellissima recensione
oh dae-soo  17/10/2010 18:35:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo è di più il film... Grazie tante comunque. A presto.