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THE DESCENT - DISCESA NELLE TENEBRE regia di Neil Marshall

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  01/11/2005 23:59:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Agghiacciante. E' l'ultima notte della mostra del cinema, il Lido si spoglia della sua mondanità, alcuni operai già rimuovono le prime insegne Decido cosa fare: un horror? Ideale per concludere la kermesse. Inglese? Atipico. Poi entri nella sala grande quasi vuota e suggerisci alle tipe spaventatissime tipo "mai-visto-un-horror-dopo-profondo-rosso, siamo tipe perbenino noi" che siedono accanto a me "dicono che sia spaventoso, aspettatevi un bagno di sangue". Ho il ghigno malefico e mi diverte spaventarle. Ma dopo un po' mi sono spaventato soprattutto io. Film intelligente che gioca su clichè risaputissimi con gusto e una forte predisposizione al giusto dosaggio tra macabro e paura Il brivido dell'imprevisto, con la mdp che acutizza la dimensione ancestrale (la grotta come simbolo materno-protettivo, diventa il feto di un'esorcismo mai rimosso) attraverso l'impatto con l'orgia di umanoidi (cavernicoli da gore-movie moderno per intenderci) che attaccano alle spalle... Intelligente anche perchè qui interessa la sfera intima e personale dell'identità famminile, tanto che si potrebbe benissimo scambiare Marshall per una Lei che gioca abilmente con le paure dell'aggressione fisica o sessuale dell'uomo (a questo servono le enfatizzazioni mostruose dei corpi nudi e repellenti dei misteriosi abitanti della grotta)... Cio' che traspare è un'invadenza di citazioni fra tutte deliverance che spesso diventano arbitrarie quando si espone con troppa disinvoltura la pozione per una ricetta forse un po' costruita e allettante (nel suo genere) Per questo non posso del tutto esaudire la risorsa di paura che avrebbe strappato almeno un 8. Resta il fatto che questo è un horror di buon livello, uno dei migliori degli ultimi anni. Oscurato e un po' ovvio il finale, con quel colpo di scena che forse qualcun'altro avrà già intuito, ma la tensione resta fortissima e finisce per perpetrarsi in sfere inconsuete, come l'alleanza sessuale diventa un meccanismo di rivalità e rabbia, di tradimenti e rivendicazioni. Se vogliamo possiamo leggerlo come un'horror femminista che reclama la propria indipendenza individuale al gruppo. Oppure un film affascinante su un'ipotesi ben poco classica, il crollo delle sicurezze e l'arresto deforme della natura, visceralmente attraente, e spesso potenziale dispensa di pericolo e morte. Mi sembra che in tutto cio' lo stesso Boorman ne abbia tratto ai suoi tempi le giuste considerazioni in merito
-Tetsuo-  02/11/2005 08:24:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il commento migliore mai letto

ottima l'interpretazione femminista!
Frogger  05/11/2005 14:05:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bel commento, ma siamo sicuri che il regista mirava a tutti questi doppi significati?
Frogger  05/11/2005 14:06:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
no perchè potrebbe anche essere che ha scelto solo un cast di donne per aizzari le fantasie del pubblico, che ovvio, essere granparte maschile, e basta.
francescot  07/11/2005 01:58:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento..ma non credo ad una metafora di quelle che hai scritto...analogamente è uno dei tanti problemi di alcune opere di non arte moderna, dove siamo noi a riempire qualcosa di significati ..molti plausibili, molti mai pensati ..molti soggettivi, e così che la creazione si riempie di tutto e niente !!
francescot  07/11/2005 01:58:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mai pensati dal creatore