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NOI regia di Jordan Peele

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Jolly Roger     7 / 10  26/12/2020 18:33:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


_________________Commento SPOILEROSO ed AMMAZZAFILM___________________


US – ovvero NOI – non è un film facile da giudicare. E' un film che può prestarsi a diverse letture, nessuna delle quali particolarmente convincente, se non forse quella che descriverò in seguito.

Partiamo dando per scontato che conosciamo il colpo di scena finale, che poi, come colpo, non è nemmeno così "colpente": Adelaide e Red si sono scambiate da bambine – o meglio, l'"Ombra" (o la Clone) ha preso il posto della ragazzina "Reale", rimasta poi imprigionata sottoterra.
Detto questo, il film US si propone uno scopo immane, quello di rappresentare in modo allegorico la società reale in una visione quasi documentaristica, quanto più possibile scevra da ideologie e/o visioni politiche / sociologiche di sorta, nel tentativo di proporre quanto di crudo, di rabbioso e spietato (leggi: quanto di "brutto") - e, nel contempo, quanto di vitale, di sorprendente e altrettanto spietato (leggi: quanto di "buono") ci sia nella realtà sociale. Di rappresentare quanto di buono e quanto di cattivo si rapportino come elementi (o classi) per natura confliggenti di un sillogismo che sfocia, come risultato, in una continua evoluzione del modello sociale, un progresso così lento da sembrare impercettibile nel breve orizzonte della nostra vita.
Le classi sono fondamentalmente due: chi sta al comando (classe trainante) e chi non sta al comando (chi segue). I primi vivono la vita vera e tirano la carretta, i secondi seguono le fila, imitando (e scimmiottando) i primi, esattamente come le Ombre sottoterra scimmiottano gli stessi movimenti (in modo impacciato e grottesco) dei "Reali" che stanno sopra (curioso notare, a proposito, questa cosa: la parola "reale". Essa significa qualcosa di vero ed esistente e, nel contempo, qualcosa di superiore, di nobiliare, di regale).

L'Anima sta nei Reali, non nelle ombre. L'Anima, quel qualcosa che ti rende a pieno un umano, che ti rende in grado di sentire la vita, di prendere decisioni per te e per gli altri e di godere delle cose, sta solo da una parte della società, quella di chi traina la carretta e tiene le redini.
Per le Ombre, l'Anima è solo un miraggio, qualcosa che forse un giorno arriverà. Forse.
E, di fatto, a volte, l'Anima passa da un piatto della bilancia all'altro, dall'alto precipita verso il basso o viceversa. In questo caso, ciò accade tra le due bambine, quando la bimba Ombra, così desiderosa della vita vera, strangola la bambina Reale e la rinchiude sottoterra, sostituendosi ad essa. D'improvviso, una bambina vuota che non sa nemmeno parlare si trova nel paradiso del mondo reale, mentre una bambina reale piomba "sottoterra", nel mondo infernale dei derelitti e dei cloni.
Ed è per questo che la bambina Reale conserverà la propria anima, anche sottoterra, e la userà per incantare le Ombre attraverso la bellezza del ballo, per fomentarle, per dirigerle ed organizzarle come truppe in vista del Giorno del Giudizio (vedi anche il versetto 11.11 di Geremia, più volte citato nel film), gionro nel quale finalmente le Ombre distruggeranno i Reali per prenderne il posto. Ella diventerà Red, la regina dei Cloni rivoltosi: i quali, non senza riferimenti politici, vestono di rosso, il colore del proletariato. Anche le loro armi sono semplici e dirette (le forbici) e in un certo senso simboliche, perché rappresentano la volontà di tagliare le corde che imprigionano, di recidere il cordone ombelicale sociale, di tagliare la Testa del Serpente.

Di contraltare a Red, sta invece la Adelaide Ombra, bambina "senz'anima" (geniale il raffronto tra la voce di Red, che dopo tanti anni sottoterra ha comunque conservato, ma molto a stento, la propria capacità di parlare, mentre Adelaide, seppur abbia imparato a parlare, a volte non riesca a reggere una conversazione lunga o troppo articolata - come quando, in spiaggia, risponde all'amica bionda, che la incalza di domande, di non essere avvezza a lunghe conversazioni).
Adelaide imparerà a parlare ed avrà una vita normale, un bel marito e dei bei figli, godendosi il proprio "meritato" posto al sole. Con buona pace delle altre Ombre. Perché quando arrivi in cima e mangi la torta, ti dimentichi da dove sei arrivato e del fatto che fino a ieri mangiavi solo briciole. Lo stomaco pieno inebria il cervello e stempera i ricordi. Ed infatti, quando le Ombre inizieranno la loro sanguinaria rivolta, Adelaide (pur essendo una di loro e, nel profondo, sapendo di esserlo) non avrà mai il minimo senso di comprensione e di solidarietà verso le Ombre, anzi…le combatterà con ferrea determinazione.

Mai e poi mai il suo agire sarà scandito dal minimo dubbio.

Ma questo non è altro che la rappresentazione di qualcosa che in realtà accade nella vita reale: persone incapaci, inette e vuote vengono catapultate (o si arrampicano) in alto, ai vertici delle istituzioni o ai ruoli apicali della carriera, mentre persone capaci e brave si trovano a precipitare nella miseria, magari per quel piccolo ed imprevisto errore che ti costa una carriera, o il lavoro, o peggio la vita.
E' la vita, davvero. E' una ruota che gira. Si scende e si sale.
E non è detto che sia sbagliato: perché non importa se ti trovi in alto "senza meritarlo" o in basso "senza meritarlo", l'importante è soltanto aver le capacità di restare in alto o la possibilità di arrivarci. Attraverso questi rimescolamenti, quest'Anima sfuggente che permea i nostri corpo si muove lentamente, ma inesorabilmente, come un'immensa onda, nel letame umano, dall'altro verso il basso e dal basso verso l'alto, da Adelaide a Red e da Red ad Adelaide, dai Reali alle Ombre desiderose di rivalsa, gonfiandosi piano piano, fino a generare uno tsunami che sfocia nella rivolta, e la rivolta sfocia in un catartico spargimento di sangue.
Come sempre è stato.
E come è sempre stato, la rivolta di Red, seppur fondata su ragioni che paiono idealistiche, si perderà nel nulla: perché tutti i grandi ideali, nella storia umana, contano davvero poco. I grandi ideali non fanno la Storia. Sono sempre le persone, con le proprie piccole pulsioni, a scriverla. Ed in questo caso, infatti, tutto il presunto idealismo di giustizia sociale si riduce alla minimale, rabbiosa, bestiale voglia di rivalsa e di vendetta personale che Red nutre verso Adelaide, la sua Ombra usurpatrice. Questo aspetto degradante ed animalesco della rivalsa è ben rappresentato nelle scene finali, quando Red (che ben avrebbe più occasioni di uccidere il bambino di Adelaide e di uccidere la stessa Adelaide), la butta invece sulla spettacolarizzazione tragicomica della propria rivincita, combattendo la rivale con mosse danzanti, come un elegante nobile efebo decaduto di fronte ad un mercante borghesotto arricchito, verso il quale il primo nutre un disprezzo così totale da rimanerne offuscato e non riconoscerne l'estrema tenacia.
Red finisce per perdere, questa volta definitivamente e come non poteva essere altrimenti, la propria Anima.

Di contraltare, Adelaide se la guadagna definitivamente e meritatamente.
Emblematica in questo senso è l'ultima scena: il figlio di Adelaide, provato dal trauma, non parla più. In quel momento, Adelaide ricorda sé stessa, quando, dopo essere "emersa" da bambina nella vita reale, non era in grado di parlare. E lo sguardo di Adelaide, per un attimo, si fa cupo e spaventato: e se quel bambino che ha lì accanto non fosse il proprio figlio, ma il figlio di Red? Sa Red avesse sostituito i due bimbi per regalare una vita normale al proprio? Se quindi quel bambino fosse, in realtà, il bambino Ombra?!
Il sangue di Adelaide ghiaccia nelle sue vene, così come il nostro, mentre il dubbio ci coglie. Nemmeno per un attimo Adelaide vorrebbe crescere un figlio Ombra (Ombra come di fatto lei stessa è era in origine). Lei vuole il proprio figlio Reale (cioè ovviamente vuole il proprio vero figlio).
Ma ecco che il dubbio si dissipa: il bambino solleva la maschera e, sotto di essa, appare un viso normale. E Adelaide capisce che il bambino è davvero il proprio vero figlio: lo capisce perché un viso normale, mentre il corrispondente bambino Ombra aveva il volto deturpato dalle ustioni del fuoco.
Insomma, Adelaide sorride - perché vince e merita di vincere. Non c'è alcun ideale e nessun motivo per cui alcune persone vincono e altre perdono la battaglia con la vita. La selezione naturale si spiega di per sé stessa e non ha nessuno da dover convincere.

Sotto questi aspetti, US, in quanto film socio-metaforico, non è comunque così distante dalla realtà, soprattutto se si pensa al recente populismo che ha invaso il mondo negli ultimi dieci anni. Basta pensare all'Italia, dove milioni di persone di poca cultura si sono lasciate impappinare il cervello all'inebriante suono di "Honestà" e di "Vaf.fan.****". Una rivolta sociale in cui persone incapaci si sono rese capaci di guadagnarsi il proprio posto al sole e persone capaci non sono state abbastanza capaci da mantenerlo. I vari Red che ci hanno messo la faccia ce la rimetteranno e torneranno nei bassifondi a cui appartengono. I Red più furbi invece si sono mescolati ai Reali. Con buona pace di tutti gli altri, che per un secondo si consoleranno stringendosi le mani in una catena umana chilometrica, che si dissolverà a breve come neve al sole, nella calma piatta della risacca post-tsunami, senza lasciare niente.
Ma nonostante le somiglianze ed attinenze del film con la situazione socio-politica, il film (considerando anche i riferimenti politici e quelli all'evento "Hands Across America"") rischia di proporre una dicotomia fin troppo inflazionata e ormai anacronistica, quella degli abbienti contro i derelitti, delle classi dirigenti avvero le classi inferiori. Tuttavia, nel mondo di oggi, soprattutto nel mondo occidentale, nessuno muore più di fame e ognuno ha le proprie possibilità di farsi una vita migliore. Non ci sono classi rigide o caste come un tempo (ci sono forse più nella testa dei facinorosi infarciti di propaganda), perciò riproporre questa visione socio-politica significa non capire il mondo attuale, che ormai vi sfugge. La dicotomia, oggi, non è tra classi diverse e non ha una direzione socio-economica verticale, ma orizzontale e trasversale tra le classi: tra chi, animato da spirito di rivalsa, vuole distruggere, uccidere e bruciare (come il bimbo incendiario) e tra chi, animato dalla stesso spirito di rivalsa (come l'Adelaide ex-Ombra) vuole invece vivere e creare. Ma, ancor di più, è una battaglia che si consuma non solo all'interno della società, ma addirittura all'interno di ognuno di noi, perché ognuno di noi ha una propria parte "buona" e una parte diabolica ed "infernale" che se ne sta sottopelle (sottoterra), e ciò che siamo ogni giorno è il frutto di una lotta tra queste due anime, in cui una ha prevalso sull'altra. Il bravo lavoratore e cittadino modello deve sopprimere in modo spietato i propri istinti assassini come altrettanto spietatamente l'assassino deve sopprimere i propri rimorsi e sensi di colpa. La parte dove stiamo dipende dal nostro libero arbitrio - o forse no, o non del tutto, forse è anche il frutto di forze misteriose che sfuggono al nostro controllo - fatto sta che riusciamo facilmente a riconoscere, fra noi, chi ha scelto di stare dalla nostra stessa parte, ma allo stesso modo riusciamo a leggere (e capire) dentro coloro hanno scelto la pare opposta, perché alla fine riconosciamo in tutti gli altri la nostra stessa dicotomia, siamo tutti US - NOI.

Se quanto detto sopra aprirebbe le porte ad una valutazione moto alta - al netto della forzata pretenziosità del film - non si può non sorvolare sul decadimento che il film ha nella seconda parte, quando tenta di dare una spiegazione razionale agli avvenimenti.
Se uno vuole fare un film metaforico / allegorico, deve fare un film metaforico / allegorico fino in fondo. E' una tautologia. Deve sfumare i concetti, in una sorta di vedo non-vedo. Quello che certamente non deve fare è cedere ad intentare una spiegazione razionale ad ogni cosa e ad ogni costo. Non serve, è un film allegorico! Ma se anche la vuoi dare, deve essere ragionevole, non può sfondare le barriere dell'impossibile. Va bene che in un horror lo spettatore propende per la sospensione dell'incredulità, ma non puoi arrivare a sostenere che, nel retro di una giostra della spiaggia. c'è una scala mobile (sigh!) che porta ad un laboratorio sotterraneo (!! ) in cui gli scienziati HANNO REPLICATO IL GENERE UMANO (!!!) per "CONTROLLARE QUELLI DI SOPRA" (!!!!). C'è un limite a tutto, non si possono trattare gli spettatori come mandrie di mucche ubriache senza cervello.
Piuttosto era più credibile dire che sottoterra c'è l'inferno.
Anzi sarebbe stato meglio non dire niente. Ognuno sarebbe stato libero di darsi una spiegazione o un senso (un po' come io ho fatto sopra).
Invece no; il film finisce col peccare di grandezza (e un po' di ingenuità) e per pis.ciare fuori dal vaso.

Da un punto di vista tecnico, US è perfetto. Molto buono il ritmo, ben dosata e distribuita la suspense e ottima la commistione di sottogeneri horror. Si parte come un Home-Invasion (qualche rimando a Funny Games, ad esempio nella scena del dialogo sui divani) per poi diventare un Apocalittico-Zombesco alla 28 Giorni Dopo (con qualche rimando a quel gioiellino di Pontypool) e sfociare infine nel Survival Horror nella parte finale.
Prodotto ben confezionato, bello da vedere, ma, come detto, pretenzioso ed ingenuamente assurdo nelle spiegazioni. Bello quindi, ma non capolavoro.