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ORDET regia di Carl Theodor Dreyer

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Lucignolo90     9½ / 10  17/10/2013 21:10:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nello Jutland degli anni 20 il vecchio Morten Borgen vede crollare il mondo addosso alla sua famiglia: la moglie del suo primogenito Mikkel, ha delle complicazioni nel parto; ad Anders viene negato il matrimonio con la figlia del sarto per divergenze religiose di quest'ultimo coi Borgen; Johannes, studente di teologia che si crede il nuovo Gesù in terra e che tutti credono pazzo, scompare.
A metà tra sacro e profano, da buon nordico qual'è, Dreyer dopo il grandioso Dies Irae (e l'irripetibile La passione di Giovanna d'Arco) conferma come (insieme a Bresson e pochi altri davvero) sia stato uno capace di indagare davvero la condizione dell'animo umano.
Di una lentezza cadenzata, privo di musiche per quasi tutto il film, Dreyer sembra rifarsi alle teorie del dualismo religioso di Kierkegaard, il confronto "fede-fede" nell'aspro contenzioso che hanno Morten (che è protestante) e il cattolico sarto del paese, Peter.
La figura sembra essere quella che si aggira spettrale nelle stanze di casa, quella di Johannes, a prima vista caduto nella demenza totale per i troppi studi religiosi, una persona che delira, oppure qualcuno che riesce a percepire davvero cose che agli altri non è permesso vedere? Il commovente finale troverà la risoluzione in qualcosa di inatteso, una folgorazione degna del regista.