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L'ALIBI ERA PERFETTO regia di Fritz Lang

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JOKER1926     6½ / 10  11/12/2015 00:37:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fritz Lang fa parte di una cerchia d'élite, ossia l'autore cinematografico è parte integrante di una ristrettissima linea artistica che appartiene veramente a pochi; ha operato nel Cinema del passato con autorevolezza ed originalità, non tastando mai i palchi della convenzionalità.
Famoso per i suoi epocali film come "Metropolis" e il "Mostro di Düsseldorf", Lang proseguì una carriera artistica massiccia proponendo altri lavori importanti, alle volte caratteristici e qualche volta improntati su spaccati giudiziari.
"L'alibi era perfetto" è uno dei titoli più famosi, la critica lo portò in alto. Oggi , nell'esaminare tale prodotto cinematografico, a nostro avviso, notiamo delle piccole incongruenze.

Questa produzione del 1956 parte, in effetti, da una storia particolare che già nel suo ventre mostra alcune forzature decisive. Insomma, per chi vede e analizza maniacalmente le storie dei film, potrà notare facilmente delle stonature. Il disegno di Fritz Lang questa volta, in partenza, sembra voler intraprendere un gioco troppo grande, fin troppo audace.
Il film riesce, dopotutto, a farsi amare ed apprezzare grazie al suo dinamismo e non risulta essere pesante, la durata limitata da una parte aiuta, mentre, dall'altra, va ad intaccare qualcosina. In pratica alcune sequenze e situazioni meriterebbero qualche approfondimento maggiore e su questo Lang, nel frangente, non è perfetto. Manca, ad esempio, il lutto per la morte del padre della donna. Non è un dettaglio da poco.
Per il resto "L'alibi era perfetto" non offre alcuna lettura moralistica, il concetto della pena di morte è buttato nel film per smuovere e propiziare l'entertainment e poco altro. Se la pellicola volesse svolgere (anche) funzioni filosofiche si sbaglia di brutto. Il paradosso è dietro l'angolo e il colpo di scena nel finale lo dimostra.
"L'alibi era perfetto" vive dunque in un circuito di fatali effrazioni e carica, smodatamente, su un finale ad effetto che sembra banalizzare l'estro della regia, autrice di altri film più nutrienti.