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LO SPACCONE regia di Robert Rossen

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JOKER1926     7 / 10  21/09/2010 17:44:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nell'immaginario collettivo "Lo spaccone" è il film per eccellenza sul tema del biliardo, ma dopo la visione del film di Robert Rossen cade inesorabile tale concetto superficiale di associare la pellicola solo, unicamente, principalmente a questo sport "sedentario".

"Lo spaccone" è ben altro, una storia, una profonda e vibrante allegoria; splendido ritratto di metafora della mentalità di un uomo che vuole raggiungere il vertice della fama, della vittoria, attraverso il gioco vuole strafare e, in modo del tutto presunto, arricchirsi.
"Lo spaccone" è l'illustrazione visiva e concettuale del dramma del gioco d'azzardo, insomma la regia di Rossen evidenzia in modo cinico e imponente la personalità di Eddie, personaggio cardine della pellicola, vincere le partite e perdere i soldi, il tutto nel nome di uno sporco e tremendo gioco di azzardo, di poca lucidità.

Il giocatore di biliardo "Eddie" è un vero e proprio spaccone, presuntuoso, audace e spavaldo mette in crisi i sentimenti persino di una donna (che lo voleva) fino alla rovina, non mancheranno logicamente gli attriti coi due "manager", tutte le situazioni dunque in vortice di una grande e sofferente agonia psicologica.

Robert Rossen oltre al grande messaggio riesce in linea globale a soddisfare anche con la buona fotografia e gli attori, accademico risulta celebrare Paul Newman in una prova che lo consacra eterno.
Lode per le atmosfere, per gli scenari realistici, senza enfatizzazione, essi rappresentano a pieno il mondo del biliardo.
L'unica cosa che non convince, sul lato tecnico, le inquadrature durante le partite di biliardo con la telecamera che si distacca dal panno verde e generalmente non inquadra la palla incuneata in buca, forse lo scopo della regia è quello di far immaginare allo spettatore l'esito della giocata.

La sceneggiatura convince molto, certo il film paga un po' il suo tempo ed almeno a tratti, specie la parte centrale, risulta essere francamente indigeribile, a differenza della prima mezz'ora tesa e pirotecnica.
Si arriva alla vicenda terminale con la famigerata sfida che consacra il lato "professionale" di Eddie condannando per sempre quello umano, quello sentimentale perso in sale da gioco, sudice di fumo senza sosta, senza orario, ove si gioca la sera e si finisce all'alba…